La cucina nazionale viene definita, nel dossier di candidatura ufficiale, come un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali. Saperi e sapori -spiega Fini- che riflettono l’immensa biodiversità di prodotti e territori rappresentata dalla nostra agricoltura e valorizzata nelle tante ricette di agriturismi e ristoranti che raccontano cultura e tradizioni regionali.
Ora, quindi, occorre fare squadra -aggiunge il presidente di Cia- e centrare questo nuovo riconoscimento Unesco: opportunità unica per tutelare, garantire e promuovere sempre di più la cucina italiana nel mondo, a partire dalle materie prime agricole.


