Riunione mensile FED – FOMC: prevale la prudenza

0
25

Nonostante i dubbi sull’impatto della crisi bancaria, e pur avendo preso in considerazione anche una pausa, alla fine la Fed si attiene alle previsioni

Dalla riunione mensile del Federal Open Market  Committee, mercoledì sera è arrivata la decisione di alzare di 25 bps i tassi di interesse, al 4.75-5%, come largamente atteso dal consensus, compromesso tra necessità di prosecuzione nel processo di disinflazione e di allentamento della restrizione a fronte dei rischi di instabilità finanziaria.

Nello Statement è stato sottolineato come la creazione di posti di lavoro abbia accelerato, e come l’inflazione, che nella precedente riunione era stata definita in calo, sia invece rimasta elevata. Evidenziato inoltre come il sistema bancario appaia resiliente, per quanto occorra tenere conto del fatto che i recenti sviluppi potrebbero produrre un inasprimento delle condizioni di credito ad aziende e consumatori e pesare di conseguenza sull’economia, con effetti di difficile quantificazione.

Da rilevare poi che la retorica sulla necessità di alzare ancora i tassi è stata “addolcita”, modificando il precedente “rialzi continuati potrebbero essere necessari” con un più indeterminato “un addizionale tightening potrebbe essere necessario”. A fronte delle proiezioni relative a crescita (abbassate per il 2023 e il 2024) e delle previsioni di inflazione (alzate, in particolare quelle della parte core sia per il 2023 che per il 2024), il target di Fed Funds ha visto un modesto rialzo per il 2024 (da 4.1% al 4.3%), ma è rimasto invariato per fine 2023 al 5.1%.

 

Prima delle note recenti vicende bancarie ci si attendeva almeno 25 se non 50 bps in più; dall’analisi delle proiezioni future dei tassi si evince che il prossimo rialzo potrebbe essere l’ultimo.

 

Nell’immediato il mercato ha recepito i toni dovish di statement e projections e i tassi hanno preso a calare, con il dollaro che ha a sua volta ceduto terreno. Lato borse prima reazione in positivo, ma a seguire, dopo le precisazioni in merito alla negazione di possibili tagli dei tassi nel 2023, gli indici hanno ritracciato i guadagni.

Nel corso della conferenza stampa Powell ha poi definito i problemi bancari “isolati e relativi a un piccolo numero di banche” ma tali da aver reso necessario un intervento di garanzia di ampia liquidità; la situazione sarà monitorata. Con un’inflazione che resta elevata e con gli eventi delle ultime settimane che potrebbero inasprire le condizioni del credito, la politica monetaria risponderà con decisioni che saranno prese meeting per meeting sulla base delle informazioni disponibili.

 

Sul fronte della “crisi” bancaria, alle dichiarazioni “rassicuranti” sullo stato di salute del sistema delle banche di media dimensione del governatore Fed, hanno fatto da contraltare considerazioni meno accomodanti da parte del segretario del tesoro Yanet Yellen, che ha escluso che sia in preparazione (come invece precedentemente ipotizzato) un allargamento delle garanzie totale su tutti i depositi, dopo gli interventi promessi nei casi Silicon Valley Bank e Signature. In divenire al momento la situazione della First Republic Bank, tra piani di salvataggio, ipotesi di ristrutturazione e aumenti di capitale, interventi del sistema bancario ed eventuali garanzie e iniezioni di capitale pubblico, argomento delicato in ottica elettorale Casa Bianca 2024.