L’inflazione rallenta, resta alta quella core

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La sorpresa più grossa è arrivata dalla Spagna che a marzo ha praticamente dimezzato il tasso di inflazione (ora al 3.1%) rispetto al mese precedente di febbraio dove si era attestata al 6.1%

 

La principale causa è attribuibile ai costi dell’energia, dove i prezzi stanno rispondendo più velocemente che in altri paesi. Anche per questo motivo l’inflazione core è scesa di poco, rimanendo quasi invariata.

 

Conferme sono arrivate anche dalla Germania, dove l’inflazione è scesa, anche se meno del previsto, fino al 7.8% a marzo, su base annua. Siamo ancora lontani dall’obiettivo del 2%, soprattutto se si considera che l’inflazione “core” è elevata e fatica a rallentare. I principali contributori del ribasso dell’inflazione sono stati infatti i prezzi degli alimentari freschi e dell’energia, esclusi dal calcolo di quest’ultima. Le variazioni mensili restano elevate, superiori alle attese e non sono rassicuranti.

 

L’uscita dal computo del dato di marzo 2022 (in cui l’inflazione mensile aveva fatto segnare +2%) e il suo effetto base “favorevole” non devono trarre in inganno, in quanto i mesi successivi non saranno altrettanto benevoli, con i prezzi core e alimentari che continueranno a essere elevati. Al di fuori dell’energia e materie prime vi sono pochi segnali di un reale processo disinflazionistico in atto.

 

Guardando ai mercati, possiamo affermare che la calma continua a ripristinarsi e il calo seguito al fallimento di Silicon Valley Bank è stato interamente riassorbito tanto dal mercato americano quanto da quello europeo. Fa eccezione l’Italia, a causa della sua spiccata esposizione i titoli finanziari.

 

Sul mercato obbligazionario, invece, la situazione è un po’ diversa con il 10 anni USA abbastanza stabile sul livello di 3.55% circa 35 bp sotto il livello del 9 marzo, data di scoppio della crisi, e il 2 anni treasury intorno al 4.13% 75 bp sotto i livelli di 3 settimane fa. Su questi mercati continua a prevalere un irripidimento delle curve che scontano nel breve un ammorbidimento delle politiche monetarie.