Mai come nel caso della odierna cerimonia inaugurale del piccolo lotto 2.6b, di collegamento tra la tangenziale di Alba e l’uscita di Roddi ai piedi della collina dove sorge l’ospedale di Verduno, è il caso di riprendere fedelmente le parole che l’allora Premier e oggi Commissario europeo Paolo Gentiloni ebbe a pronunciare alcuni anni fa in occasione del completamento della Salerno – Reggio Calabria
Autostrada a cui il Sindaco di Alba, Carlo Bo, ha fatto riferimento nel proprio intervento all’interno del tendone allestito in via straordinaria sulla carreggiata per accogliere il Vicepremier Matteo Salvini e il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio assieme ai vertici delle società concessionarie autostradali del gruppo Gavio.
Si tratta di una percorrenza, quella aperta oggi con tutti gli onori, che si snoda in una sola corsia per ogni senso di marcia e che, partendo da Alba, eviterà di doversi reimmettere sulla ordinaria strada provinciale numero 7, Roddi – Pollenzo, per poter raggiungere l’ospedale unico di Alba Bra sulla collina di Verduno, ovvero, se si intende proseguire verso Cuneo, di dover percorrere un lungo tratto di viabilità locale prima di risalire al casello successivo.
Tanto che il Governatore Alberto Cirio ha dichiarato che la vera inaugurazione del collegamento autostradale, come tale, è avvenuta oggi e non nelle occasioni precedenti, le quali risalgono infatti al 2012.
Con il lotto di oggi, i chilometri percorribili ammontano oramai a 85 su 90: quelli mancanti corrispondono al tratto 2.6a, più volte rinviato poiché la sua versione iniziale prevedeva la realizzazione di una galleria collinare bocciata per gli alti costi progettuali e realizzativi. Si tratta di alcune migliaia di metri di lunghezza assolutamente iconici, in termini negativi, poiché sono sintetizzati dalla raffigurazione della famigerata corsia monca in corrispondenza della zona che si sviluppa tra Verduno e Cherasco in direzione della città di Bra, realtà quest’ultima ostaggio del traffico pesante che attraversa una parte del centro cittadino sulla statale 20 e sulla salita degli Orti. Il tragitto che – secondo le promesse del ministro Salvini – verrà evitato a partire dalla seconda metà del 2024 con l’apertura del tratto 2.6a.
Su di esso, il Vicepremier e Capitano della Lega ha portato il parere favorevole del collega di Governo ai Beni culturali, Gennaro Sangiuliano, pronunciamento accompagnato però dalla necessità di adempiere a 31 prescrizioni ambientali e paesaggistiche.
I lavori autostradali ebbero inizio nel 1998 con la legge Nesi numero 125, ma il procedimento politico legislativo era iniziato 35 anni fa, nel 1988.
La caratteristica, contestata della Asti Cuneo è la sua forma a zeta rovesciata: essa consiste infatti in due tronchi, Cuneo Massimini di Carrù (completato) e Marene Asti Est, ricongiunti per un certo tratto dalla Torino Savona.
Il costo complessivo dell’opera è ammontato a un miliardo 457 milioni di euro, di cui 782 milioni finanziati dallo Stato, ossia dalla generalità dei contribuenti italiani, e la restante quota coperta dalle società concessionarie, ossia attraverso l’applicazione dei pedaggi.
Stime più recenti hanno classificato l’autostrada delle Langhe come la più cara d’Italia: percorrerla integralmente comporterà per l’automobilista una spesa al casello superiore ai 20 euro, ma dalla Regione assicurano che quanti utilizzeranno, da Alba e da Bra, il raccordo per arrivare più velocemente all’ospedale di Verduno, non saranno sottoposti ad alcuna tariffa, così come quanti utilizzeranno le circonvallazioni dei due capoluoghi, cuneese e astigiano, per bypassare il traffico nei centri urbani.
Se la Asti Cuneo è quindi costata oltre 16 milioni di euro a chilometro, le spese programmate non si esauriscono sulla zeta rovesciata ma proseguono ai lati e ai contorni: deve essere infatti considerato l’elenco delle opere complementari e di adduzione che i Presidenti delle due Province, Luca Robaldo per Cuneo e Maurizio Rasero per Asti, hanno indicato come necessarie per garantire integrazione territoriale, sicurezza e accessibilità: la circonvallazione Sud ovest di Asti, la variante di Pollenzo, la riqualificazione della provinciale 7, la bretella di collegamento esterna a Cuneo, il terzo ponte sul Tanaro. Tutte opere contenute in un elenco che nell’aprile del 2019 venne consegnato all’allora Premier Conte e al Ministro dell’epoca Toninelli.
Inutile dire che, nel lungo elenco di opere citate come vitali dagli amministratori pubblici presenti, non un solo cenno sia stato fatto a Levaldigi, l’aeroporto di Cuneo che costituisce a oggi la sola infrastruttura completa a funzionante della Granda. Ma questa è un’altra storia. O meglio, sono già i titoli di coda.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




