Scrivo questo editoriale con non poca commozione, da cittadino – prima ancora che da giornalista – che per quarant’anni è stato adottato dal territorio di Bra, la mitica città della Zizzola a sud della mia natìa Torino, prima di sorvolare l’Adriatico in direzione dell’Albania
Da qui, mia seconda terra d’adozione dal 2014, ho appreso questa mattina la molto dolorosa notizia della scomparsa di Azio Citi.
Azio aveva compiuto 74 anni solo poche settimane fa, e sebbene nativo di Sommariva Perno ha trascorso l’intera propria intensa esistenza lavorativa, artistica e politica nella vicina terra braidese, con affaccio su quel Roero poi diventato tutt’uno con le Langhe in una successione di sapori, osterie, cortili di paese, canti e spettacoli dialettali. Tutti elementi di una tradizione in origine “povera” divenuta però poi, negli ultimi trent’anni, la ricchezza, esistenziale e materiale, della zona est della provincia di Cuneo al confine con Astigiano e Monferrato.
Con Azio, dipendente all’ufficio tributi del Comune di Bra, condividevo da cronista di vari giornali locali le lunghe riunioni del Consiglio comunale, in particolare le sedute dedicate al bilancio, e non di rado, sul piano del pensiero politico, ci si trovava su versanti che da dialettali diventavano dialettici, sempre però nel reciproco senso della cordialità, del rispetto e talvolta della sdrammatizzazione. Perché prima di ogni lotta politica ideologica restiamo Persone.
Azio, assieme a Carlin Petrini e al compianto Giovanni Ravinale, scomparso 23 anni fa, aveva dato vita a un trio politicamente nitido e creativamente imprevedibile, sfociato in una pluralità di iniziative che avrebbero valicato i confini municipali per portare a Bra nomi nazionali da Dario Fo a Roberto Benigni e Francesco Guccini, sulle frequenze della corsara Radio Bra onde rosse, sulle note del Club Tenco così come dei Canté J’Euv – canzoni itineranti nei cortili delle cascine in cambio di uova, calici di vino e ruspanti piatti contadini. A tavola, oltre a non invecchiare mai nello spirito, nascono idee sempre giovani: una delle più rivoluzionarie fu la confraternita degli amici del Barolo, poi evoluta in Arci gola e infine nell’attuale Slow food. Una rivoluzione permanente per la città di Bra, di cui Azio fu tra gli iniziatori assieme a Giovanni e a Carlin. E che anche in terra di Albania sta suscitando consensi e adesioni, tanto che a Tirana piuttosto che a Lezha in alcuni ristoranti è di casa la magica chiocciola Slow.
Per questi motivi, mi stringo con solidarietà e commozione sincere al Comune di Bra, all’ex sindaca Bruna Sibille, all’attuale sindaco Gianni Fogliato, a Carlin e a Slow food e alla famiglia di Azio, nel ricordo di un uomo buono e generoso, dall’espressione rigorosa e attenta e soprattutto dal cuore gigante.
La redazione di Notizie in un click, la nostra editrice Loredana Buoso e il nostro editorialista finanziario Professor Beppe Ghisolfi, si associano al cordoglio per il grave lutto non solo cittadino.
Ciao Azio, Bra ti è debitrice.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




