Il governo tedesco ha detto “no” alla richiesta di un ulteriore slittamento nella chiusura delle ultime tre centrali nucleari ancora attive in Germania. Entro sabato 15 aprile, dunque, gli ultimi tre reattori verranno spenti.
A chiedere la proroga erano stati esponenti dell’opposizione e persino del partito Liberi e Democratici, che fa parte della coalizione guidata da Olaf Scholz, secondo cui lo stop al nucleare comporta il rischio di un maggior ricorso alle centrali a combustibili fossili, dannose per il clima.
“L’eliminazione graduale del nucleare entro il 15 aprile, cioè questo sabato, è un affare fatto”, ha tagliato corto la portavoce di Scholz, Christiane Hoffmann.
I critici sostengono che lo spegnimento delle centrali nucleari priva ora la Germania di una fonte di energia a basse emissioni e impone al Paese di continuare a gestire impianti a combustibili fossili che contribuiscono al cambiamento climatico. Per questo è arrivata al cancellieri anche una lettera aperta di scienziati del clima e ricercatori, che chiedono l’esatto il funzionamento continuato dei tre reattori ancora attivi: Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2.
Con la loro produzione annua più recente di 32,7 miliardi di chilowattora, hanno fornito a più di dieci milioni di famiglie in Germania, elettricità rispettosa del clima. Ciò potrebbe far risparmiare fino a 30 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno rispetto all’energia a carbone, dicono gli scienziati.
“Per questi motivi, nell’interesse dei cittadini della Germania, dell’Europa e del mondo, vi invitiamo a riconsiderare i piani tedeschi per eliminare gradualmente l’energia nucleare e continuare a utilizzare le centrali nucleari ancora disponibili”, si legge nella lettera aperta. afferma: “L’energia nucleare in Germania può chiaramente contribuire ad alleviare la crisi energetica e raggiungere gli obiettivi climatici tedeschi”.
Tra i firmatari dell’appello ci sono il premio Nobel per la fisica Klaus von Klitzing del Max Planck Institute for Solid State Researchl, il premio Nobel per la fisica, Stephen Chu, che è stato ministro dell’Energia Usa nel gabinetto di Barack Obama, Pushker Kharecha, climatologo della Columbia University di New York, il geofisico Szymon Malinowski di Varsavia e Tom Wigley dell’Università di Adelaide in Australia.
I professori Hans von Storch e Eduard Zorita hanno firmato dall’Istituto per la ricerca costiera di Geesthacht. Sono presenti anche altri scienziati naturali come il fisico André Thess dell’Università di Stoccarda e il vincitore del Premio Leibniz Herbert Roesky dell’Università di Göttingen, oltre a numerosi economisti e avvocati.


