Il governo Meloni nel Consiglio dei ministri della prossima settimana, o al più tardi nel primo del mese di maggio, vuole approvare un disegno di legge sulla giustizia che preveda l’abolizione dell’abuso d’ufficio e una modifica del reato di traffico di influenze illecite
L’obiettivo del ministro della Giustizia Carlo Nordio è quello di restringere l’applicazione del reato di traffico di influenze illecite, nato nel 2012, già ampliato dall’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e contestato dalla destra e dagli avvocati perché secondo questi avrebbe reso illegale il lobbismo politico. L’esecutivo vuole limitarlo di molto, insieme all’abuso d’ufficio che invece dovrebbe essere abolito per eliminare la cosiddetta “paura della firma” per i sindaci.
In queste ore al ministero della Giustizia si stanno affinando i dettagli del disegno di legge, ma l’accordo politico è stato trovato. Il reato di traffico di influenze resterà punito solo nel caso in cui l’utilità procurata dall’intermediario al pubblico ufficiale sia patrimoniale o serva a commettere un altro reato. Insomma, se l’intermediario si faccia pagare per influenzare la decisione di un politico, di un amministratore o di qualunque altro pubblico ufficiale. In questo modo così molte inchieste che negli ultimi anni hanno coinvolto lobbisti e faccendieri finirebbero nel nulla.
D’altronde lo svuotamento del reato era già stato auspicato dal ministro della Giustizia Nordio: “Non si capisce il reato che descrive”, aveva detto il Guardasigilli a dicembre intervistato dal Corriere riferendosi al traffico di influenze. La sua intenzione sarebbe stata quella addirittura di arrivare all’abolizione tout court del reato, ma eliminarlo insieme all’abuso d’ufficio sembra troppo per Palazzo Chigi e per la maggioranza di destra. A spingere per la limitazione del traffico d’influenze è soprattutto Forza Italia, con il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto.
Inoltre, nel governo c’è un certo imbarazzo perché il primo beneficiario della norma potrebbe essere proprio l’ex magistrato Luca Palamara, coinvolto nell’inchiesta sulle nomine delle procure italiane: martedì la Procura di Perugia ha derubricato il suo reato da corruzione a traffico di influenze. Palamara però ha chiesto di patteggiare e la procura ha acconsentito: un anno di reclusione e sospensione condizionale della pena. Una soluzione che permetterà all’ex magistrato di potersi candidare alle elezioni visto che, grazie alla riforma Cartabia, per chi patteggia non è più prevista l’incandidabilità.
Se però dovesse entrare in vigore anche il disegno di legge Nordio che limita il reato di traffico di influenze, però, Palamara potrebbe essere il primo a usufruirne. In primis, potrebbe chiedere la revisione del patteggiamento visto che nel frattempo il reato non sarebbe più punito visto che nell’inchiesta non risulta che l’ex magistrato abbia preso soldi per influenzare il Csm sulle nomine. Insomma, Palamara potrebbe sfruttare retroattivamente il nuovo disegno di legge. Non solo: l’ex magistrato vedrebbe la sua posizione di fronte alla Corte europea dei Diritti dell’uomo più favorevole perché potrebbe argomentare che il suo patteggiamento riguarda proprio un reato che non è più punito dalla legge. La modifica del reato di traffico d’influenze illecite però farebbe comodo a molti politici e faccendieri che, si dice nelle stanze di governo, ormai sono “terrorizzati” dall’attività di lobbismo per evitare un avviso di garanzia.
Nello stesso disegno di legge, l’idea del governo è quella di abolire l’abuso d’ufficio. Un passaggio che sia Meloni che Nordio ritengono fondamentale nel momento in cui gli amministratori locali dovranno spendere i soldi del Pnrr. Così, se inizialmente l’idea era quella di restringere anche quel reato, adesso la linea del governo sembra andare verso l’abolizione tout court. Sia sull’abuso d’ufficio sia sul traffico di influenze la destra potrà contare sull’asse con Italia Viva e Azione di Renzi e Calenda. A spiegarlo è Enrico Costa, presidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera
“Sul traffico di influenze siamo d’accordo con il governo, ma non deve essere una soluzione di compromesso: serve un intervento che renda la norma puntuale e tassativa. Sull’abuso d’ufficio siamo per l’abolizione totale del reato”. Costa in questi giorni sta preparando un dossier su tutti i sindaci indagati e poi assolti per il reato di abuso d’ufficio da depositare in Commissione Giustizia.
GIACOMO SALVINI



