Ci troviamo nel vivo delle pubblicazioni degli utili trimestrali per quanto riguarda le società statunitensi: hanno riportato i dati poco più della metà delle società dell’indice s&p500, ma si tratta praticamente di tutte le big dei vari settori, per cui è utile iniziare a tirare le somme
Infatti questo è un appuntamento particolarmente atteso per cercare di delineare meglio la traiettoria economica futura (e per cui anche quella degli utili aziendali) alla luce dei timori che serpeggiano sui mercati relativi alla probabile futura recessione.
Il quadro che ne emerge è sostanzialmente meno peggio del previsto, con alcuni settori in difficoltà ma con altri che esprimono ancora forte crescita. Nel particolare i settori più legati ai consumi interni come ad esempio auto e spedizioni hanno cercato di rivedere al ribasso le aspettative di crescita per riportando numeri consuntivati meglio delle attese. Sulle banche avevamo già scritto in precedenza, sottolineando la bontà dei dati trimestrali legati soprattutto all’elevato margine di interesse e alla minore necessità di effettuare accantonamenti per i crediti deteriorati.
Ma le star della settimana sono state ancora una volta le big tech companies che si sono mostrate in grado di tenere il ritmo di crescita passato; se la più difensiva Microsoft ha sorpreso su tutta la linea, dal fatturato agli utili, tenendo la guidance invariata, le più cicliche Meta e Google hanno sorpreso gli investitori.
La prima con un forte contenimento dei costi, la seconda con una tenuta della spesa per le inserzioni pubblicitarie che fornisce l’idea del potere quasi monopolistico nelle mani di queste società.
In aggregato la reportistica Usa sta facendo vedere una tenuta degli utili a fronte di fatturati in crescita, a conferma del fatto che i margini sono in diminuzione. Le notizie positive arrivano sul fronte sorprese in quanto gli analisti erano molto più negativi dei numeri a consuntivo; soprese sugli utili maggiori del 6% erano diversi trimestri che non si registravano.
Riassumendo: utili stabili e meglio delle attese con margini in contrazione ma meno del consensus. Un buon viatico per affrontare anche periodi di debole crescita economica come quelli che forse ci aspettano.


