Iran, due uomini impiccati per aver insultato l’Islam

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L’Iran ha eseguito la condanna a morte per due persone ritenute colpevoli di avere insultato l’Islam. Lo rende noto il sito della magistratura iraniana Mizan on-line, secondo cui Sadrollah Fazeli Zarei e Youssef Mehrdad, condannati per avere “insultato il profeta Maometto” e “bruciato il Corano”, sono stati impiccati la mattina dell’8 maggio.

Nel marzo di due anni fa, uno degli accusati avrebbe confessato di aver pubblicato un contenuto sul suo account di social media in cui ammetteva gli insulti commessi, ha aggiunto Mizan. Si tratta di confessioni che i gruppi di difesa dei diritti umani in Iran definiscono “forzate” in quanto spesso ottenute sotto costrizione. Secondo l’agenzia Irna, Mehrdad era stato arrestato nel marzo del 2021 con l’accusa di avere fondato e guidato 15 gruppi che hanno promosso sui social media “sacrilegio e blasfemia” e anche Fazeli Zareh, arrestato a Yasouj sempre nel marzo del 2021, era accusato di avere fondato 20 gruppi sui social coinvolti in attività di sacrilegio on-line.

Alcuni predicatori sciiti in Iran avevano pronunciato una fatwa nei loro confronti per blasfemia che nella Repubblica islamica è punita con la pena di morte. A Teheran e Arak, dove i due sono stati giudicati, erano state arrestate delle persone ritenute collaboratori di Mehrdad e Fazeli Zareh.

Secondo un rapporto congiunto delle Ong Iran Human Rights (IHR) e Together Against the Death Penalty almeno 582 persone sono state giustiziate lo scorso anno, il numero più alto di esecuzioni nel Paese dal 2015 e ben al di sopra delle 333 registrate nel 2021.