Il Qatargate è già dimenticato

0
11

Ormai è lo scandalo Gattopardo: tutto cambia perché nulla cambi. In principio era stato lo scandalo Qatar: fior di articoli sulla corruzione che aveva attraversato le istituzioni europee, grandi promesse di cambiamento, risoluzioni approvate ad ampia maggioranza, promesse di repulisti

Ma ormai sono passati mesi, da quel dicembre 2022 in cui la vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili è stata arrestata in flagranza di reato – per capirci: con le valigie piene di contanti – e da quando l’ex eurodeputato Antonio Panzeri assieme alla sua famiglia – compresa quella politica, il gruppo socialista – è finito al centro della bufera.

Arrivati a un soffio dal 9 maggio che è il giorno dell’Europa, ponendoci con lo sguardo a una certa distanza, con quel regard éloigné che Claude Lévi-Strauss utilizzava per le indagini antropologiche, si può già vedere come le promesse si stiano rapidamente infrangendo mano a mano che si spegne il clamore.

La più grande promessa tradita è quella di un organo etico indipendente, perché la Commissione europea dopo averne rinviato l’istituzione fino all’ultimo, presenterà con ogni probabilità questo mese una promessa svuotata di significato. Una beffa, insomma.

Ma i tradimenti sono multipli: gruppi di lavoro che si impantanano in negoziati al ribasso, inchieste interne dai tempi lunghi e dal respiro corto, destre che frenano sulle riforme etiche ma che utilizzano il caso Qatar a pretesto per attaccare le ong e la società civile.

«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi»: vale per ogni fiction, dai romanzi ai discorsi politici.

BRACCIALETTI ELETTRONICI

Giri di soldi per influenzare le istituzioni Ue, Europarlamento per primo, e ottenere una postura più favorevole verso Qatar e Marocco: questo è il grande tema al centro dell’indagine guidata dal giudice belga Michel Claise. È diventata pubblica a dicembre, con le immagini dei contanti messi in valigia e le foto della vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili agli arresti, e in qualche modo la parabola torna a chiudersi proprio con lei.

Di tutti i nomi finiti tra i sospettati, lei è stata l’ultima a lasciare il carcere. Subito destituita come vicepresidente dall’aula, e rimpiazzata con un altro socialista, il lussemburghese Marc Angel, soltanto dal 14 aprile ha raggiunto gli altri – incluso il suo compagno Francesco Giorgi, ex assistente di Panzeri – nel limbo del braccialetto elettronico e dei domiciliari.

Tra i controllati per via elettronica, anche Panzeri stesso, che ha beneficiato delle opzioni previste dalla legge belga per chi si pente e ha optato per il patteggiamento, e inoltre l’eurodeputato socialista belga Marc Tarabella.

Il 16 maggio è prevista l’udienza sull’estradizione di Andrea Cozzolino, mentre la procura milanese indaga su Monica Rossana Bellini, commercialista di Panzeri.

COMMISSIONI A METÀ

I socialisti per il momento se la sono cavata in due modi: anzitutto, qualche passo indietro delle figure toccate o sfiorate dalla vicenda; Andrea Cozzolino fuori da socialisti e dem, Marc Tarabella sospeso da S&D, Marie Arena che lascia la presidenza della commissione Diritti Umani, Pietro Bartolo non più relatore ombra sui visti.

Inoltre, è stata avviata una indagine interna. «Non posso dire nulla perché i lavori sono in corso e l’indagine è indipendente», aveva detto a Domani nell’intervista di fine aprile Iratxe García Pérez, la capogruppo socialista, promettendo comunque che «sì, i risultati si avranno prima delle europee». In concreto, c’è un ex eurodeputato laburista – che prima di Brexit era coi socialisti quindi – che si chiama Richard Corbett e che affianca nell’opera la presidente di Transparency Spagna, Silvana Bacigalupo.

Quanto andrà a fondo l’opera di ripulitura, lo si intuisce dalle domande che la capogruppo evita. Quando le si chiede come mai avesse indicato Kaili alla vicepresidenza nonostante nella delegazione greca non fosse sostenuta, lei sostiene che fosse tra i pochi a essersi proposti. E sulla sua capa di gabinetto Laura Ballarin Cereza in vacanza con Giorgi, il compagno di Kaili, García Pérez si limita a dire che prima degli arresti non sapeva del caso corruzione. Dopo sì.

Se si cerca pulizia profonda, va detto, le prime ritrosie si riscontrano tra i popolari di Manfred Weber: sono loro che hanno osteggiato la proposta di una commissione dell’Europarlamento dedicata proprio al caso Qatar. C’è chi, come la sinistra europea guidata da Manon Aubry, aveva insistito molto su questo punto, anche per farne un’arma di campagna elettorale in vista delle europee 2024.

Ma nulla da fare: alla fine l’aula ha convenuto su una soluzione di compromesso, e cioè quella di estendere il mandato di una commissione speciale che era stata già istituita, quella contro le interferenze straniere (Inge). La vita della commissione speciale Inge è stata prolungata, come pure lo scopo: da febbraio 2023 è “ING2”.

Questa settimana c’è stato un primo negoziato in vista della presentazione del rapporto finale in commissione a giugno. Si tratta di un rapporto il cui peso è politico, non legislativo, eppure i tentativi di dirottarlo abbondano. Già a inizio maggio gli emendamenti erano più di 400, e i popolari europei stanno tentando di utilizzare il testo come cavallo di Troia per la loro battaglia contro le ong; un tentativo di criminalizzare la società civile che unisce trasversalmente popolari, meloniani, destra di ogni versante.

FRANCESCA DE BENEDETTI