Un nuovo fronte per gli alpini

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Al raduno degli alpini, tradizionalmente, l’unica emergenza conosciuta, e in un certo senso celebrata, era quella etilica. Come è noto, l’anno scorso a Rimini si è aggiunta – i tempi evolvono – un’emergenza “di genere”, a causa di una serie di comportamenti grevi e stupidi che i maschi grevi e stupidi chiamano “galanterie” e le femmine considerano intrusivi e violenti. Si suppose, a parziale spiegazione dell’accaduto, che l’età avanzata di molti dei galanti impedisse loro di capire che il mondo non è più quello nel quale crebbero

Ora però, alla vigilia del raduno di Udine (dove, lo dico da accanito fan dei vini friulani, l’allarme etilico dovrebbe essere altissimo), dubito che siano anziani quegli alpini social (del glorioso battaglione Twitter) che mettono in guardia i commilitoni contro “le provocazioni per incastrarci”. Donne nude? Esche ai ferormoni, come per catturare i calabroni? Viagra sciolto a tradimento nel bicchiere?

Certo, se fossi un alpino, temerei l’incontro con le militanti dello spazio autogestito Dilda (Distruggi Infùriati Lìberati e Debella gli Alpini: non è satira, è cronaca) più della riapertura del fronte sul Carso. Ma suvvia, persone adulte – di qualunque genere – dovrebbero potere affrontare con serenità la promiscuità di strada e di bar, senza temere tranelli: per evitare candid camera di manate sul sedere, basta non dare manate sul sedere.

Quanto alla denuncia di un collettivo femminista: “manca un piano per safety e security”, c’è un equivoco. Il piano c’è, ma è per la sicurezza e la vigilanza. Quello per safety e security sarà allestito al raduno degli alpini di Manchester, o di Chicago.

(di Michele Serra – repubblica.it)