Sono venuto da voi spaesato, impaurito che la mia vita fosse appesa a un filo, dopo aver fatto la scoperta che il mio corpo purtroppo non è eterno, eppure mi avete accolto amorevolmente – dice rivolgendosi agli infermieri -.
E allora si è sviluppato nel mio cuore un profondo senso di riconoscenza nei vostri confronti”. Il compositore prosegue ricordando un aneddoto della degenza in ospedale: “Ogni volta che entrava qualcuno a portarmi un medicinale o un antidolorifico, io mi ponevo una domanda: ma ti rendi conto che mi stai salvando la vita? E la risposta era umile, ‘io faccio solo un pezzetto’”.
Per il musicista, “Ti salvava la vita non solo chi portava il farmaco, ma anche chi puliva il pavimento, chi rifaceva il letto o anche chi ti chiedesse cosa volessi mangiare a pranzo o a cena”. In ospedale, “tutto ciò che non è autentico crolla, non ha più senso. Oggi che è la vostra festa (La Giornata internazionale dell’infermiere ricorre il 12 maggio, ndr), voglio fare una riflessione. Sono un sostenitore della scienza, ma sappiate che una parola di speranza o un sorriso sono potenti come un farmaco”, conclude commosso il musicista.


