Debt Ceiling: il 1° giugno si avvicina

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Le trattative sul tetto del debito americano tengono in apprensione le borse mondiali con gli investitori che hanno usato tale pretesto per alleggerire i portafogli dopo le buone performance da inizio anno

Le due parti, Repubblicani e Democratici, sono ancora lontane dal trovare un accordo, anche se scontano entrambe come molto probabile un accordo entro il 1° giugno (data stimata in cui il governo federale non avrà più fondi sufficienti per pagare i propri oneri). Dopotutto, se da un lato nessuna delle due parti sembra avere un incentivo politico a fare concessioni prima che sia necessario, dall’altro nessuna delle parti è incentivata a portare il paese in default tecnico.

Le principali concessioni che i Repubblicani vorrebbero ottenere dai Democratici, in cambio del loro voto per l’innalzamento del tetto del debito sono, in sintesi, le seguenti: • Fissare la cosiddetta “spending baseline” per l’anno fiscale 2024. I Repubblicani vogliono riportare la spesa fiscale del 2024 ai livelli del 2022, comportando tagli a breve termine della spesa discrezionale e risparmi a lungo termine sul deficit.

I Democratici puntano, invece, a mantenere la spesa sui livelli del 2023, con conseguente congelamento della spesa discrezionale (nessun taglio), con l’obiettivo di ridurre il deficit nel lungo termine.

  • Stabilire la profondità e la composizione dei tetti di spesa. L’entità, quindi, delrallentamento della spesa rispetto alle proiezioni del Congressional Budget Office (CBO) e il modo in cui tali tetti saranno applicati alla spesa discrezionale rispetto alla spesa per la Difesa.

Lo scenario più probabile vede le due parti accordarsi per tagli modesti (se non nulli) della spesa a breve termine col fine di abbassare il deficit a lungo termine.

Fino al 1° giugno, a seconda dell’andamento dei negoziati, ci aspettiamo ancora un po’ di turbolenza sui corsi azionari che potrebbero, tuttavia, ritracciare se l’accordo previsto si dovesse cristallizzare.