RDC, SALE IL FRONTE DEL NO ALLA CANCELLAZIONE DEL SUSSIDIO: COSTI SOCIALI SCARICATI SU REGIONI E COMUNI

0
15

Come volevasi dimostrare, più ci si avvicina al mese spartiacque di luglio, più sale la tensione fra Governo centrale e territori intorno a chi si dovrà occupare delle persone in stato di reale e involontaria indigenza dopo la irreversibile venuta meno del reddito di cittadinanza di grillina memoria introdotto dal Governo gialloverde Conte uno tra il 2018 e il 2019

Una misura contestata da più parti per i molti abusi accertati e per la inadeguatezza dei controlli sulla buona fede dei percettori beneficiari, oltre che per il sacrificio che il primo esecutivo tra Lega e cinque stelle impose ai pensionati, titolari di assegni INPS di medio importo, limando la rivalutazione degli stessi per trovare le risorse necessarie a finanziare il nuovo sussidio.

I tagli e i paletti già ora imposti al rdc, con la vigente legge di stabilità e di bilancio, la prima del governo Meloni, hanno determinato un aumento delle richieste di assistenza sociale formalizzate ai competenti consorzi gestiti dai Comuni e a loro volta finanziati dalle Regioni, già alle prese con il mancato rifinanziamento del fondo per il sostegno alle locazioni abitative.

Una questione che inizia a emergere con numeri sostanziali non solamente nelle aree del centro sud ma pure in quelle del centro nord, dove la disoccupazione ufficiale è certamente più bassa che altrove ma si va diffondendo un altro fenomeno, quello del lavoro povero che si traduce in più lunghe code di persone formalmente occupate, ma di fatto impossibilitate ad arrivare a fine mese o addirittura a metà mese, di fronte agli sportelli socio assistenziali dei Municipi o alle associazioni di distribuzione gratuita di alimenti e altri generi di prima necessità.

Così, nel corso della più recente riunione della Conferenza permanente tra lo Stato e le Regioni, sono almeno quattro le amministrazioni regionali che hanno lamentato, nelle rispettive realtà territoriali, un netto incremento dell’area del disagio e della non autosufficienza economica; quantificando in alcune decine di migliaia i cittadini che, per cause involontarie o incolpevoli, saranno costretti a rivolgersi agli uffici della socio assistenza per bilanciare la venuta meno dell’assegno statale del rdc erogato per il tramite dell’INPS.

Si tratta degli allarmi venuti dalla Toscana, dalla Campania, dalla Puglia e anche dall’Emilia Romagna, che a seguito della drammatica catastrofe alluvionale è destinata a vedere moltiplicate le richieste di aiuto e di pronto intervento sociale.

Non si tratta però solamente di governi locali di centrosinistra: perfino alla Regione Liguria, amministrata da una coalizione affine a Giorgia Meloni e guidata dal governatore Giovanni Toti, è stato sollevato il problema della sostenibilità sociale del nuovo corso dei sussidi avviato dal governo Meloni, al quale l’assessore regionale ligure Scajola ha più di recente chiesto il ripristino del fondo per gli affitti.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI