Il fattore geopolitico sta avendo una pesante influenza negativa sui mercati finanziari cinesi
Stiamo infatti assistendo ad una accelerazione negativa dell’andamento dei mercati azionari da che il Presidente cinese Xi e il Primo Ministro russo Mishustin si sono incontrati dieci giorni or sono e hanno rinsaldato l’alleanza comune già firmata all’alba dello scoppio del conflitto ucraino. Si è trattato di una vera e propria doccia fredda che ha gelato gli animi degli investitori occidentali che confidavano in un atteggiamento maggiormente bipartisan da parte cinese.
Le evidenze macroeconomiche di una minor crescita e quelli micro di fatturati e utili in frenata da parte delle big tech come Alibaba a Tencent hanno costituito la goccia che ha fatto traboccare il vaso: i flussi in uscita si sono abbattuti sui mercati.
Le prospettive rimangono incerte, strette tra valutazioni molto contenute e sostegno da parte della politica monetaria sul lato positivo e un premio al rischio che continua a crescere su quello negativo. Ci troviamo ad affrontare una situazione nuova e inesplorata, nella quale l’elemento politico ha un peso preponderante e per il quale i presupposti di trasparenza e apertura verso il mercato sono messi in discussione. I valori occidentali e soprattutto i metodi comunemente utilizzati per affrontare gli investimenti sono fortemente messi in discussione in Cina, a fronte di questo nuovo scenario di un mondo che già punta alla post globalizzazione e che si sta nuovamente polarizzando su due opposti.



