Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
È quasi un’equazione: “Non c’è santità se in un modo o nell’altro non c’è la cura per i poveri, per i bisognosi, per coloro che sono un po’ al margine della società”. E in un mondo come quello di oggi, ferito da guerre e violenze, questo monito vale ancora di più: “Si spendono i soldi per fabbricare delle armi, e non per fare dei pasti”. Papa Francesco torna in Piazza San Pietro per l’udienza generale del mercoledì: la prima dopo l’operazione all’addome del 7 giugno scorso (quella del 21 giugno era stata annullata per favorire la ripresa del Pontefice), l’ultima prima della pausa estiva di luglio. Accolto dagli applausi, il Papa compie il consueto giro in papamobile, facendo salire a bordo anche alcuni bambini. Poi, raggiunto il palco del sagrato, rivolge alcune parole a braccio ai numerosi fedeli riuniti nonostante l’afa:
L’educazione, “grande forma di evangelizzazione”
Mary MacKillop, afferma, è uno dei “frutti abbondanti” che tanti emigrati europei hanno portato nelle tantissime isole, grandi e piccole, dell’Oceania. Nata nei pressi di Melbourne da emigrati della Scozia, sentì da ragazza la chiamata da Dio “a servirlo e testimoniarlo non solo con le parole”, ma soprattutto con la vita: “Mary era convinta di essere lei pure inviata a diffondere la Buona Notizia e ad attrarre altri all’incontro con il Dio vivente”, afferma Papa Francesco. Questa vocazione si concretizzò nel servizio per l’educazione dei giovani, “nella consapevolezza che l’educazione cattolica è una forma di evangelizzazione”. “È una grande forma di evangelizzazione”, sottolinea a braccio il Papa.
Se possiamo dire che «ciascun santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo», Mary MacKillop lo è stata soprattutto attraverso la fondazione di scuole.


