“La presidente Meloni sta diventando la più grave minaccia a Giorgia Meloni. Il suo esercizio autoreferenziale del potere, l’idea stessa che una volta a palazzo Chigi niente e nessuno può sindacare l’operato suo e dei suoi ministri senza con ciò ‘interferire’ negli affari di governo è la spia di una visione immatura del potere. I magistrati svolgono le loro funzioni sulla base delle leggi votate dal Parlamento, talvolta esorbitano, è vero, come abbiamo visto negli anni di Tangentopoli”
Lo afferma Daniela Ruffino, parlamentare di Azione.
“Però, la magistratura non ha interferito nella scelta dei ministri, dei sottosegretari, del presidente del Senato e di altri ruoli apicali. Quelle scelte sono tutte a carico della politica e di esse deve rispondere la politica. Se un rappresentante delle istituzioni parla a vanvera come spesso capita a La Russa o se un ministro ha qualche scheletro nell’armadio per le sue attività extra-politiche perché prendersela con i magistrati?
Se Delmastro passa le carte riservate a Donzelli e Donzelli le usa per attaccare gli avversari in Parlamento, colpevole è il magistrato oppure chi non ha la più pallida idea di che cosa sono le istituzioni e quali i confini della dialettica politica?
Meloni ha fatto la torta con gli ingredienti che aveva. E la torta si sta rivelando mediocre e di cattivo gusto”, conclude.



