Ecco la valutazione del think tank ECCO alla nuova proposta del PNIEC, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima
Il 19 luglio il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha inviato alla Commissione Europea la proposta di aggiornamento del PNIEC, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima.
Il Piano, che nella sua versione integrale è composto da oltre 400 pagine, aggiorna il PNIEC del 2019 e fissa gli obiettivinazionali al 2030 su efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di CO2. L’aggiornamento del Piano rivede gli impegni sulla base di un obiettivo di riduzione dei gas serra (GHG alivello UE) del -55% al 2030 rispetto al 1990, come ridefinito dalla Commissione europea nell’ambito delGreen Deal. Secondo ECCO, il think tank italiano per il clima, il tragitto indicato dal nuovo PNIEC in materia didecarbonizzazione non è però sufficiente. Nella loro valutazione preliminare gli analisti hanno sottolineato l’incoerenza, rispetto all’obiettivo di neutralità climatica al 2050, del percorso di uscita dai combustibili fossili, gas in particolare.
Il Piano prevede inoltre ancora poche rinnovabili (solare ed eolico), ma soprattutto si caratterizza per l’assenza di impianto di governance capace di renderlo uno strumento attuativo ed efficace anche a seguito della sua approvazione definitiva, prevista entro giugno 2024. Prima di quel momento il PNIEC dovrà passare al vaglio di Parlamento Regioni e attraverso procedimento di Valutazione Ambientale Strategica.”Nel piano mancano alcuni elementi chiave. Manca una vera e propria strategia di uscita dai fossili che possa riconciliare le politiche che sono impostate al 2030 con l’obiettivo di neutralità climatica al 2050″, spiega Chiara Di Mambro, Responsabile Politiche di Decarbonizzazione di ECCO.
“Sia sul carbone sia sul gasnon si evidenzia una visione complessiva. Sulle rinnovabili c’è necessità di obiettivi più incisivi, piùambiziosi. L’obiettivo proposto, ovvero il 65% di penetrazione rinnovabili nel sistema elettrico, non è in linea con gli impegni presi dall’Italia in ambito G7 di quasi completa decarbonizzazione del sistema elettrico al 2035.
“Serve insomma alzare l’ambizione. Soprattutto perché lo stesso PNIEC2019 – si legge nella valutazione diECCO – ha mostrato un approccio semplicistico e, per stessa ammissione del Governo, eccessivamente ‘ottimistico’ rispetto alla definizione, ma soprattutto, all’attuazione delle politiche energetiche e climatiche. Prospettive che in parte non si sono concretizzate perché il vecchio Piano ha trovato sulla sua strada ostacoli eccezionali come la pandemia e l’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina.
Come non ripetere l’errore? “In linea generale, i pacchetti di politiche presentano una scarsa valutazione escarsa prioritizzazione rispetto all’;obiettivo e nessuna valutazione dei loro effetti concreti e reali, dal momento che comunque un piano esisteva ed era vigente dal 2020 ad oggi”, continua Di Mambro.
“È necessario quindi valorizzare al massimo le risorse che sono anche messe in campo da Pnnr e RepowerEU per far sì che questo piano possa assumere un connotato più organico e finalizzato ad un solo fine, ovvero la transizione ecologica.
Auspichiamo davvero che l’intento manifestato dal Governo nel piano stesso di utilizzare i dodici mesi di perfezionamento di questo documento per renderlo un documento migliore e più ambizioso.
Riteniamo che questo sia veramente strategico per il Paese, nel momento in cui gli impatti del cambiamento climatico ormai toccano la vita di tutti noi, tutti i giorni, le nostre attività economiche e produttive, il nostro stile di vita. Ed è fondamentale quindi agire per cogliere le opportunità, anche occupazionali, che arrivano dalla transizione ecologica e far sì che il piano non solo sia un piano energia eclima, ma getti le basi per una nuova idea di Paese.”
3bmeteo.com



