La disuguaglianza sociale non è un prodotto naturale, ma ideologico e politico. Questo è quanto concordano unanimemente i più recenti studi economici. Il nostro paese ha un indice di disuguaglianza più alto della media europea (sia che si consideri l’indice Gini, che il rapporto tra il primo e l’ultimo quintile), e le politiche dell’ultimo secolo si sono sempre adoperate a mantenerlo elevato. Il Fascismo del Ventennio ha mirato a promuovere una classe emergente (la piccola borghesia) con la forza, la violenza, e persino con qualche giusta rivendicazione (vedi programma di Sansepolcro)
Il Fascismo attuale, vuole creare la disuguaglianza tra una classe vincente, protetta dalla politica, e una soccombente, oppressa dalle leggi e dai provvedimenti governativi. In fin dei conti entrambi hanno mirato e mirano alla creazione della disuguaglianza: ma al primo stava a cuore staccarsi dal magma popolare, al secondo togliere a quel magma ogni possibilità di fare concorrenza.
A una parte del popolo italiano non piacciono le regole: la Costituzione, le leggi, la morale e, ogni volta che questi elettori mandano al governo i loro rappresentanti, essi si sforzano per cambiarle. Questa è la destra, nulla di più. Essi sono una congerie di organismi fossili che credono solo alla dimensione privata a cui va sacrificato il bene comune: il prossimo, gli animali, le piante, l’aria e l’acqua. Quante sono le balle della destra all’opposizione che una volta al governo si sono sgonfiate? Una miriade. Tutte le frottole che servono per raccattare il consenso di una classe incapace di pensiero politico, incapace di immaginare un’organizzazione sociale, incapaci di utopia. Ma oltre alle frottole sulle accise della benzina, il calo delle tasse, mille euro di pensione, un milione di occupati, i risarcimenti con un clic, etc…, ce ne sono alcune che costituiscono il nucleo del pensiero destrorso. Ad esempio, la famiglia, l’ordine, la sovranità nazionale. Tutte balle! Non ce n’è una che sia sopravvissuta alla politica reale.
L’obiettivo della destra, che è poi comune a quello dei partiti conservatori fuori della maggioranza, è cambiare le regole ma soprattutto il sistema giudiziario. Un sistema che già vive di impulso e sviluppo privato e che confermando differenze sociali arruola diseguali qualità di difesa, dovrà essere messo del tutto in croce per non nuocere più alla classe dominante. Questo sistema così concepito deve risultare l’estremo guardiano della disuguaglianza sociale, che è poi anche l’unico obiettivo delle destre dalla rivoluzione francese ad oggi.
Giuseppe Di Maio



