Quale logistica nella strategia di decarbonizzazione delle imprese

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Green logistics – Gli impatti rilevanti della logistica, le possibili soluzioni da perseguire in questo ambito da parte delle imprese e una riflessione sul PNNR e il Piano Logistica 4.0

Alla green logistics è stato in questi giorni dedicato un webinar da CO2alizione, la prima piattaforma di lavoro e condivisione in Italia fra imprese impegnate per la neutralità climatica, basata su un modello innovativo di collaborazione stabile.

Obiettivo: esplorare gli impatti della logistica nella strategia di decarbonizzazione delle imprese, condividere ed esaminare spunti e soluzioni messe in campo dalle 85 imprese finora aderenti e mettere a sistema una rete di conoscenze e di soluzioni utili a tutta la community.

Quello della logistica è un ambito realmente “hard to abate“, con grandi potenziali di riduzione delle emissioni ma prospettive inevitabilmente e maggiormente a medio-lungo termine. Gli impatti poi sono significativamente variabili da settore a settore e rappresentano spesso una componente rilevante delle emissioni di scope 3, su cui non è sempre facile agire.

A livello globale, infatti, i trasporti sono il settore che più ha visto crescere le emissioni di CO2 dal 1990 ad oggi (+1,7% in media ogni anno). Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, per raggiungere l’obiettivo Net Zero le emissioni del settore dovranno ridursi del 20% entro il 2030 (-3% ogni anno). Anche in Italia il settore dei trasporti è l’unico che ha registrato una crescita delle emissioni dal 1990 ad oggi e il 90% delle emissioni nazionali del settore sono generate dal trasporto su strada, di cui più dei due terzi è a carico delle auto private.

Nell’analisi degli aspetti più rilevanti della logistica aziendale si è partiti dal framework ASI: Avoid-Shift-Improve. Nello specifico, rientrano in Avoid un ampio ventaglio di misure in grado di ridurre la domanda di mobilità/trasporto, ad esempio razionalizzando le tratte, massimizzando i carichi anche grazie al packaging o ricorrendo a soluzioni di logistica integrata; per Shift invece si intende la necessità, nei limiti del possibile, di passare a modalità di trasporto meno impattanti come il treno; rientrano invece in Improve tutte le soluzioni di miglioramento tecnologico, volte ad esempio a sostituire il camion a diesel con camion elettrico, a idrogeno o a bio GNL.

La sfida della neutralità climatica è talmente complessa che è fondamentale per le imprese collaborare, per accelerare la curva di apprendimento ed evitare sprechi di energie. Nel Manifesto di CO2alizione, una concreta dichiarazione di intenti mediante il quale le imprese aderiscono alla piattaforma, si legge: ” E’ codice rosso per l’umanità…. Come responsabili di imprese europee crediamo che il nostro ruolo sia fondamentale per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica che l’Unione Europea ha stabilito per il 2050. Abbiamo così deciso di rispondere a questa emergenza con l’azione, per rispettare il nostro obbligo intergenerazionale e preservare la salute del Pianeta.

Saranno necessarie soluzioni innovative, a lungo termine e in tutte le espressioni delle nostre imprese, dalla governance ai modelli operativi e di business.

Siamo di fronte alla più grande ondata di trasformazione mai sperimentata e le nostre imprese sono pronte ad agire e competere per realizzarla davvero”.

Le imprese dunque si stanno organizzando, ma ci si chiede se e come si integri il il Piano Logistica 4.0 nell’ambito del PNRR.

Il dato di partenza del ragionamento è importante: l’export vale il 30% del PIL, ma il nostro sistema logistico è al 19° posto per efficienza. Un recente articolo di Massimo Marciani, Presidente del Freight Leaders Council, su affaritaliani.it fornisce alcune interessanti risposte in merito alla questione. La relazione del Governo sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è un documento di 146 pagine (e 437 pagine di allegati) che costituiscono una fotografia di come il nostro Paese sta impegnando le risorse dedicate con un totale di 527 misure di cui però 118 riscontrano delle fragilità. La logistica è presente soltanto in 5 misure.

Sostanzialmente si tratta di misure legate alla digitalizzazione dei processi ed alla semplificazione delle procedure.

Insieme a queste poi ci sono misure rilevanti per gli aspetti energetici ed ambientali quali quelle per promuovere il biometano e l’idrogeno per il trasporto anche delle merci.

Non è molto ma almeno sarebbe stato un inizio se queste fossero state realizzate in linea con quanto programmato. Invece, lamenta Marciani, siamo ancora al punto di partenza nel processo di innovazione e di semplificazione del nostro Paese, rallentando se non e evitando l’introduzione di quelle riforme che potrebbero davvero sbloccarne il potenziale.

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