CODACONS: LA COMIBINAZIONE DI DATI DEL PIL E DELL’INFLAZIONE È UNA MAZZATA PER IL PAESE E UN CAMPANELLO D’ALLARME PER IL GOVERNO MELONI
ORA SERVONO INTERVENTI STRAORDINARI PER INVERTIRE LA ROTTA O IL GOVERNO RISCHIA DI PAGARE LA SUA INAZIONE IN TERMINI DI CONSENSO
Anche se da più parti si esulta per il “rallentamento dell’inflazione”, il combinato disposto dei dati del PIL e dell’inflazione rappresenta in realtà una mazzata indiscutibile per l’Italia, e un campanello d’allarme per il governo Meloni. Nessuno, infatti, si aspettava una doccia tanto fredda: crescita italiana sotto zero e PIL in rosso, industria ed export al palo, inflazione che rimane altissima (e che per le famiglie più povere peggiora ulteriormente) rispetto ai partner europei, carrello della spesa ancora impazzito (+10,4%, ma in alcune città ancora più alto) senza dimenticare i prezzi della benzina, alle stelle proprio mentre gli italiani vanno in vacanza.
La verità è che nel secondo trimestre dell’anno la nostra economia ha innestato la marcia indietro: per questo è ora indispensabile approvare provvedimenti straordinari per invertire la rotta, ed evitare che questa preoccupante tendenza venga confermata anche nel terzo trimestre. Il rischio infatti è quello di una recessione: non solo “tecnica”, ma reale.
In particolare, servono misure urgenti per calmierare i listini al dettaglio: il Governo deve inserire l’emergenza prezzi come priorità della sua agenda, contrastando le speculazioni che incidono sui prezzi e affossano i consumi a danno dell’intera economia nazionale.
In questo senso non possono bastare le misure, pur utili, introdotte in materia di trasparenza dei prezzi della benzina (la trasparenza è importante ma i cartelloni non bastano da soli a far scendere listini) e di listini al dettaglio con il “trimestre antinflazione” da ottobre a dicembre (che sull’immediato non cambia nulla, prendendo il via tra alcuni mesi, e avrà effetti limitati al solo trimestre di attività, senza contare che l’efficacia della misura dipende dalle adesioni da parte di produttori e grande distribuzione). Servono altri, più incisivi e massicci interventi: il Governo, in caso contrario, rischia di pagare la sua inazione in termini di consenso.



