Sembrava che la mina del pignoramento automatico e semplificato dei conti correnti dei contribuenti debitori, inizialmente prevista nel testo inviato da Montecitorio a Palazzo Madama, potesse vanificare l’intero proposito di avviare ufficialmente il cammino, che rimarrà lungo e accidentato, di ridisegno del sistema tributario nazionale
È invece stato sufficiente, come richiesto da Italia viva di Matteo Renzi, cancellare l’aggettivo automatico, e puntualizzare la prevalenza dei diritti del contribuente sulle pretese arbitrarie dell’agenzia delle entrate – riscossione, per riportare il testo sul primo binario rapido, riconsegnandolo alla Camera dei deputati per la definitiva approvazione prima del “liberi tutti” previsto per tutto il mese di agosto per Deputati e Senatori.
Il lavoro vero e proprio, di riscrittura attuativa del nostro ordinamento fiscale e impositivo, avrà tuttavia inizio a decorrere dalla ripresa autunnale dei lavori del governo Meloni, quando i principi e criteri direttivi della legge delega dovranno essere tradotti in una pluralità e molteplicità di decreti legislativi per specificare la nuova fisionomia di applicazione delle singole fattispecie tributarie e tariffarie dirette e indirette e delle diverse modalità procedimentali, processuali e collaborative incentrate sul determinante principio della pariteticità e della parità di trattamento fra contribuente e autorità fiscale e sulla inversione dell’onere della prova che spetterà alla seconda e non più al primo.
Tutto questo premesso, nel disegno di legge delega, per come migliorato dal Senato, sono previste molte iniziative importanti che si prefiggono, quanto meno in linea di principio, di migliorare il potere d’acquisto e la disponibilità reddituale dei ceti medi e dei titolari di redditi fissi, attraverso innovazioni come l’imposta sostitutiva e forfettaria sulle tredicesime, sulle mensilità aggiuntive e sui rinnovi contrattuali: una soluzione diversa dalla cosiddetta “flat tax” di tipo incrementale che comportava non pochi problemi di compatibilità di bilancio per quanto prevista dal programma elettorale originario di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni.
Un altro capitolo altrettanto decisivo è quello che fa riferimento alla revisione degli scaglioni e delle corrispondenti aliquote dell’IRPEF, destinate a passare da quattro a tre, con effetti di redistribuzione certamente significativi sulle fasce e categorie reddituali intermedie fino a 35.000 euro annui lordi.
La delega fiscale, infine, crea le premesse per introdurre direttamente nella Costituzione, la legge fondamentale dello Stato, lo statuto del Contribuente, che pertanto non potrà più essere derogato da altre leggi ordinarie né da atti unilaterali dell’agenzia delle entrate che nella maggior parte dei casi sono determinati da necessità di cassa dell’erario.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




