Il Presidente degli albergatori, l’ex parlamentare Bernabò Bocca: urgente mettere più soldi a disposizione dei cittadini riducendo la tassazione sul lavoro
Anche la ministra delegata Daniela Santanchè, salvatasi nelle scorse settimane da un voto parlamentare di sfiducia individuale, ammette che non è il momento dei trionfalismi.
Il caso della vicina Albania: su 9 milioni di visitatori calcolati da inizio anno, oltre mezzo milione proviene dal Belpaese.
Giorgia Meloni ha dichiarato che sul tema del salario minimo e dignitoso e della lotta al lavoro povero, attraverso il CNEL si arriverà a una soluzione d’insieme, che non comprenda solo il tema della retribuzione oraria lorda legale di base, entro i prossimi sessanta giorni.
Un lasso di tempo utile forse ai fini della prossima legge finanziaria e di bilancio per il 2024, non di certo per salvare (o cercare di mettere in sicurezza) la presente stagione turistica che evolve con numeri già in partenza compromessi, nei quali la crisi del mercato interno è solo in parte bilanciata dalla crescita della componente estera degli arrivi e delle presenze.
A pesare sulla decisione di una parte sempre più significativa dell’ex ceto medio, di rinunciare al tradizionale agosto fuori porta – al quale fanno riferimento le immagini oramai documentaristiche dei boom economici degli anni Sessanta e Ottanta del Novecento – sono certamente le carenze delle politiche pubbliche degli ultimi mesi: dal mancato rinnovo degli sconti fiscali sui carburanti, schizzati a 2 euro al litro e impattanti sulla filiera del turismo alimentare per 12 miliardi di euro, al perdurante e mai veramente bilanciato rincaro delle bollette, fino naturalmente al livello esorbitante raggiunto dalla rata media mensile del mutuo casa a seguito dei picchi toccati dai tassi della BCE e lungi ancora dall’aver toccato il punto massimo.
Inoltre, le esitazioni del governo Meloni sul salario minimo e dignitoso, il de-finanziamento in termini reali del fondo sanitario nazionale, che allunga le liste d’attesa e obbliga chi può a rivolgersi ai professionisti privati della medicina, e la venuta meno del reddito di cittadinanza, non solo per chi non ne aveva titolo ma anche per i disoccupati involontari a bassissimo reddito, hanno innescato un clima antitetico ai sentimenti di fiducia e riflesso nei dati congiunturali più recenti sul PIL che parlano di una variazione negativa sintomatica dell’esaurimento degli effetti del precedente Governo Draghi.
A lanciare un grido di SOS nei confronti di palazzo Chigi sono gli albergatori, negli ultimi mesi additati – assieme alla categoria dei ristoratori e dei pubblici esercenti in genere – come i presunti responsabili del lavoro povero e sottopagato nel settore del terziario, eppure in questo caso specifico i primi a essere ben consapevoli della circostanza che occorrano redditi non solo minimi ma pure congrui per poter rinnovare un progetto vacanziero nel budget e nel progetto di vita di un normale nucleo familiare.
Di contro, sono i Paesi emergenti, limitrofi all’Italia, che stanno dimostrando ottime performance attrattive pur in un contesto che li vede impegnati in un cammino di ulteriori miglioramenti in corso d’opera: l’Albania del Premier socialista Edi Rama, da inizio anno, si appresta, sulla base dei consuntivi del primo semestre e dei dati su arrivi e presenze messi a disposizione dai punti doganali e dalle agenzie di viaggio, a conseguire un aumento netto del 33 per cento dei flussi di visitatori, al confronto con il 2022, con la prospettiva di centrare il traguardo dei dieci milioni al 31 dicembre, mentre a oggi i nostri connazionali che hanno scelto il Paese delle aquile per le proprie ferie sommano a 500.000 persone.
Senza considerare il crescente numero di pensionati che, accompagnati dalle proprie famiglie, stanno valutando soggiorni prolungati anche ai fini del conseguimento della detassazione sui redditi previdenziali, che in Albania verrebbero domiciliati sui conti correnti bancari al lordo delle trattenute Irpef non applicabili all’estero.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI
