Dogen, la città del futuro progettata dai giapponesi potrà resistere anche a un’apocalisse

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L’impero del Sol levante, modello di esempio nel mondo nella prevenzione contro le catastrofi naturali non ha mai accettato la disfatta causata dal terribile terremoto-maremoto del 11 marzo 2011

In quel giorno nonostante l’edilizia antisismica a causa dello tsunami persero la vita 20mila persone. Non era mai accaduto che un evento geologico facesse così tante vittime dal grande terremoto-maremoto di Kantò del 1923 che uccise 142mila persone. Un popolo che convive da sempre con eventi estremi tra eruzioni vulcaniche, alluvioni, terremoti e maremoti, al tal punto cristallizzati nella storia del paese da influenzare persino film, cartoons e rappresentazioni teatrali. Sin dal dopoguerra il Giappone si è impegnato a fare di tutto per scongiurare eventi drammatici legati alla forza della natura ma la presa di coscienza dopo il disastro del 2011 che nessuno è mai veramente al sicuro sulla terra ferma ha indotto ingegneri, architetti e geologi a progettare una città del futuro galleggiante che possa resistere ad ogni tipo di avversità.

L’arca di Noè giapponese si chiamerà Dogen e sarà una città del tutto autonoma e capace di ospitare 40mila persone. Secondo la società che la sta progettando N-Ark (qui potete farvi un giro virtuale in città), potrà resistere persino a un’apocalisse. Dogen City misurerà 4 chilometri di circonferenza e avrà un’organizzazione interna tale da consentire agli abitanti di raggiungere qualsiasi punto dell’area entro un’ora. La struttura circolare pensata per resistere anche a condizioni meteorologiche estreme sarà composta da tre tipi di elementi.

Un anello abitabile che circonda una baia e protegge la città dagli tsunami. L’anello è stratificato, con cibo e infrastrutture collocate al di sotto delle zone abitabili. All’interno dell’anello, l’architettura galleggiante permette la riconfigurazione dello spazio secondo le funzioni urbane.

Sotto il livello del mare si trova un centro dati ad alta tecnologia raffreddato dall’oceano. Il centro ospita il sistema operativo della città, così come gran parte dei suoi servizi medici. Una città sanitaria nella città, una banca del DNA, un centro di ricerca medica, strutture chirurgiche e di test: tutto sott’acqua. Questo manterrà i costi energetici bassi, permettendo un uso efficiente dello spazio. Completa il quadro tutta una serie di strutture flessibili che potranno muoversi liberamente nella baia interna a seconda delle esigenze della popolazione.

 

Quando sarà pronta? Secondo il piano di sviluppo di N-Ark, la città dovrebbe essere completata entro il 2030.

Per allora, gli ideatori progettano di realizzare i sei elementi essenziali (medico, alimentare, abitativo, informazioni, servizi elettrici) da ampliare progressivamente. Ci sono ancora molte incognite su come potrebbe essere realizzata e mantenuta nel tempo. Ciononostante, progetti come Dogen City rappresentano tentativi importanti di pensare a come le società potrebbero resistere agli eventi geologici estremi e non ultimi i cambiamenti climatici in corso che comporteranno oltre ai disastri che conosciamo, anche un innalzamento del livello marino.