Tassi in rialzo ovunque e deboli PMI in Europa

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FIRMA PROTOCOLLO E VISITA AL NUOVO CENTRO MECHATRONICS PROTOTYPINC FACILITY AL POLO MECCATRONICA DI ROVERETO TRENTO 3 APRILE 2017 FOTO PAOLO PEDROTTI

La doccia fredda derivante dalle parole della Fed si è riversata sul mercato dei tassi un po’ in ogni parte del mondo: i rendimenti dei titoli di Stato sono saliti dappertutto, segnando massimi che non si vedevano dal 2007 per il Treasury a 10 anni (sfiorato 4.5%) e da 12 anni in Europa (Bund al 2.74%)

Lo shock è stato davvero globale, in risposta a banche centrali che rimangono vigili sui rischi legati all’inflazione e mettono in guardi gli investitori contro attese premature di tagli dei tassi.

La Fed, non solo prevede ancora un possibile rialzo da qui a fine anno, ma la tenuta dell’economia e la solidità del mercato del lavoro la spingono a adottare una posizione di mantenimento dei tassi più alti per più tempo. Proprio questo aumento della volatilità prospettica è stato alla base del movimento sulle curve, molto più accentuato sulla parte lunga contro tassi a breve quasi fermi. Il rischio crescente che la politica monetaria condurrà prima o poi a una recessione ha levato forza e fiducia al mercato azionario, mentre le prospettive di una Fed ancora restrittiva e di una Bce a fine ciclo hanno continuato a premere sul cambio euro-dollaro.

Si tratta di movimenti perfettamente coerenti con il quadro che si sta delineando. Venendo infine all’Europa, i dati confermano il momento difficile: la pubblicazione dei dati PMI mostra che l’attività nel settore privato ha continuato a scendere a settembre, suggerendo una contrazione dell’economia per il trimestre in corso. Infatti, l’indice PMI composito per l’Eurozona per il quarto mese consecutivo è risultato sotto la soglia di 50. È stata confermata anche la debolezza nei servizi, settore che nei primi sei mesi dell’anno aveva ampiamente compensato la debolezza del manifatturiero.

I principali responsabili della contrazione dell’attività sono risultati essere Francia e Germania, a parti invertite questa volta: mentre si è attenuato il ritmo del calo in Germania, in Francia al contrario abbiamo assistito ad una sua netta accelerazione al ribasso. I problemi sono noti: spaziano da prezzi dell’energia più alti, al rialzo dei costi di finanziamento per famiglie e imprese fino all’indebolimento della domanda nei mercati chiave di esportazione come Cina e Russia.

L’impostazione dei mercati lascia trasparire la convinzione di base che l’economia europea non sia in grado di affrontare tassi più alti nel prossimo futuro.