La prosecuzione del conflitto russo ucraino, che minaccia di protrarsi oltre ogni previsione possibile, e le tensioni parallele fra Nord del Kosovo e Sud della Serbia, hanno convinto la Commissione europea sulla necessità di accantonare le anguste logiche burocratiche e di procedere più speditamente sulla via dell’integrazione economica, anteponendo la stessa ai cavilli inevitabilmente connessi ai negoziati finalizzati all’aggiustamento e alla convergenza delle legislazioni
Bruxelles, recependo le istanze più volte espresse dal Governo di Edi Rama sull’argomento, ha pertanto deciso, oggi a Tirana, in occasione della riunione interministeriale della conferenza di Berlino formata dai Ministri degli Affari esteri di UE e Balcani occidentali, che l’Albania e gli altri cinque Paesi della macroregione – non ancora ricompresi nel perimetro comunitario – saranno messi nella condizione di agire in misura ancora più agevole con i vari Stati e con le istituzioni dell’Unione, in termini di possibilità commerciali, di ammissione agli strumenti di aiuto e di attiva inclusione nei progetti di investimento infrastrutturale e industriale strategico.
Parole pronunciate da Oliver Varhely, il commissario che per conto di Ursula von Der Leyen segue le politiche di allargamento UE alla penisola balcanica e che oggi ha preordinato la conferenza del processo di Berlino assieme al nuovo Ministro degli esteri di Tirana, Igli Hasani, e alla titolare della Farnesina tedesca Annalena Baerbock.
“I grandi progetti politici sono e rimangono una cornice fondamentale – ha puntualizzato il commissario Varhely – ma nello stesso tempo l’Unione deve occuparsi della vita quotidiana dei cittadini e di come avvicinarsi al meglio ai Balcani con iniziative a sostegno tangibile di persone e imprese”.
Si tratta di rafforzare ancora più convintamente un sentiero rivelatosi comunque ambizioso nei numeri, se è vero che l’intervento economico di Bruxelles ha contribuito a sviluppi corrispondenti a un terzo del prodotto interno lordo aggregato della macroregione balcanica occidentale, per un totale di 54 grandi progetti di area vasta in grado di mobilitare un enorme indotto connesso a nuove strade, ferrovie, canali, centrali eoliche e solari, impianti per il trattamento idrico. Oltre al capitolo delle infrastrutture educative e della istruzione e formazione per incoraggiare crescenti insediamenti di attività economiche produttive a elevata intensità di tecnologia e di occupazione locale.
Per alleviare la crisi energetica nei Paesi della penisola, Bruxelles ha messo a disposizione un miliardo di euro che ha consentito il contenimento delle bollette al dettaglio, mentre sul piano strutturale è in arrivo il progetto, che sarà localizzato in Montenegro, per la costruzione di un grande impianto volto a lavorare il gas liquefatto, ai fini della tendenziale piena autosufficienza della regione.
Il ministro albanese Igli Hasani ha aggiunto, nel ringraziare il commissario Varhely e la collega omologa tedesca Baerbock, che il processo di Berlino si fonda su tre pilastri: l’orizzonte europeo finale, la ricomposizione delle controversie, la creazione di un clima conciliante all’interno della regione balcanica da conseguire sotto il profilo delle prospettive economiche.
Gli investimenti nelle fonti di energia e nei trasporti dovranno restare fondamentali, ma a essi si dovranno aggiungere ulteriori capitoli e settori, dalle telecomunicazioni ai pagamenti elettronici, in grado di collocare in misura virtuosa i Paesi balcanici nei circuiti della creazione di valore dell’Unione Europea.
Intervenendo nello specifico delle tensioni fra Serbia e Kosovo, la Ministra tedesca Baerbock ha dichiarato che la soluzione alle tensioni si trova a Belgrado e a Pristina, le capitali dei due Stati in questione, e ha esortato il governo serbo a collaborare attivamente alle indagini sul gruppo terroristico autore dell’aggressione alla Polizia kosovara, ma allo stesso tempo ha esortato le autorità politiche dell’uno e dell’altro Paese a mettere in secondo piano le questioni della politica interna per accelerare con determinazione verso l’attuazione degli accordi di Bruxelles e di Ocrida, i soli che possano restituire pace e concordia fra le parti e stabilizzare la sicurezza dell’intera regione.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI





