l lavoro del Cnel è stato prezioso perché ha arricchito il dibattito intorno al salario minimo con ulteriori elementi di valutazione e confermando quello che da tempo diciamo: esiste una contrattazione collettiva che copre ben oltre l’80 per cento dei lavoratori italiani”
Lo ha detto la ministra del Lavoro, Marina Calderone, in una intervista al “Corriere della Sera” commentando la decisione del Cnel di sostanziale bocciatura della necessità del salario minimo.
“Questa (forma di contrattazione) – aggiunge – è la base, in linea con l’orientamento dell’Ue, per investire sul rinnovo dei contratti e quindi migliorare le condizioni economiche a favore dei lavoratori, anche attraverso i contratti di secondo livello che puntano sulla produttività e che, grazie ad un intervento di detassazione in manovra, sono cresciuti nell’ultimo anno del 35 per cento”.
L’Inail ha presentato recentemente la sua relazione annuale: “Quando si parla di vite umane, non sono mai i numeri quelli da tenere in stretta considerazione. Nell’ultimo quinquennio, al netto del Covid, si registra una tendenza alla riduzione degli incidenti in generale e in alcuni settori, più di altri: -17,3 per cento per gli infortuni e — 24,2 per cento per quelli mortali. Ma non può essere il punto di arrivo di un’azione volta al rafforzamento di una strategia che ha come obiettivo quello di non perdere vite umane sul lavoro”.
Secondo la ministra “occorre una diffusione capillare dove si formano i lavoratori di domani. È nella scuola che si deve insegnare la sicurezza sul lavoro. Un primo passo importante è stato fatto con la previsione, contenuta nel decreto lavoro del primo maggio, di estendere la tutela assicurativa degli studenti e del personale scolastico in tutte le attività. Comprese quelle in alternanza scuola lavoro”, ha quindi concluso.


