Racconti del fantastico
Non stupisce che H.P. Lovecraft spese delle lodi per la coppia Erckmann-Chatrian: le atmosfere dei loro racconti sono davvero da maestri del fantastico. Un piccolo mondo antico, un po’ bizzarro e perturbante accomuna le diciotto storie de L’orecchio della civetta, alcune delle quali inedite e altre presentate in una nuova traduzione. Il duo artistico fece della scrittura la propria professione con i racconti di genere, per poi produrre noti romanzi come L’Ami Fritz (1864).
Queste diciotto chicche letterarie per chi ama le atmosfere gotiche e grottesche si leggono d’un fiato, perché una tira l’altra. Sono ambientate nei pittoreschi sobborghi rurali dell’Alsazia-Lorena in cui un vivace caleidoscopio di situazioni, personaggi, animali e fatti si sussegue senza mai annoiare un secondo. Facile riscontrare la eco di storie più note, come se molti avessero attinto da questa produzione.
E così preparatevi a essere stupiti da esseri prodigiosi come nani rinchiusi in anfratti profondi e misteriosi (“L’orecchio della civetta”), da duelli tra animali magici e musicisti gaudenti (“Il Requiem del corvo”), da inventori misantropi che non condividono le proprie scoperte prodigiose (“Il cannocchiale di Hans Schnaps”), ma anche da veri e propri mostri come ragni giganteschi (“Il ragno granchio”).
Ci sono poi personaggi realmente esistiti come il pittore Rembrandt alle prese con il furto di alcuni suoi capolavori (“Rembrandt o Il sacrificio di Abramo”) e musicanti che ricordano quelli della nota fiaba, ma in situazioni ben più inquietanti (“L’orologio del decano”). Si chiude in bellezza con il magistrale “L’occhio invisibile (o la Locanda dei tre impiccati)” dalle atmosfere veramente horror. Davvero imperdibile.



