L’assemblea del Cnel ha prima respinto l’emendamento proposto da 5 consiglieri di nomina del presidente della Repubblica sull’ipotesi di una sperimentazione del salario minimo per le categorie fragili: giovani, donne e immigrati. Poi il testo finale del Cnel sul salario minimo è stato approvato, secondo quanto si apprende, dall’assemblea con 39 voti favorevoli e 15 contrari.
Gli aventi diritto erano 62. Otto consiglieri non hanno partecipato al voto. La Cgil ha reso noto il suo voto contrario al documento.
Dunque l’assemblea del Cnel ha votato a maggioranza il testo finale sul salario minimo. Legacoop ha fatto sapere che il proprio rappresentante non ha partecipato alla votazione in quanto “i contenuti passano in secondo piano rispetto ad un dibattito politico animato da visioni strumentali”. Il Cnel, dunque, boccia in via definitiva il salario minimo.
“Sono certo che, una volta affievolita la contesa politica, che vede una estrema e ingiustificata polarizzazione tra chi è a favore e è chi contro il salario minimo, sarà possibile apprezzare il documento approvato oggi a larga maggioranza dal Cnel”. Così il presidente del Cnel, Renato Brunetta, al termine dell’assemblea che ha votato a maggioranza il testo finale.


