Il ministro delegato, on. Niko Peleshi, ha presentato in Parlamento il disegno di legge del Governo che punta alla costituzione di una società statale, la Kayo spa, che avrà il compito di coordinare e gestire i progetti di rilancio del settore manifatturiero delle munizioni e delle tecnologie militari, in coerenza con l’obiettivo dell’alleanza atlantica di assegnare a tale ambito il 2 per cento del prodotto interno lordo e con l’opportunità di aumentare la capacità di attrazione degli investimenti strategici nel Paese delle Aquile
Si tratta di una ipotesi, adesso reale, che aveva iniziato ad affermarsi in occasione del vertice della scorsa primavera convocato a Tirana dal primo ministro Edi Rama con i leader dei Balcani occidentali e della comunità politica europea e con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky
Il ministro Peleshi ha riepilogato la storia del Paese dalla caduta del vecchio regime stalinista isolazionista a oggi: “Dopo gli sconvolgimenti strutturali degli anni Novanta, l’Albania ha ereditato dal passato un vasto arsenale di munizioni, testimonianza del fatto di essere stato uno dei Paesi più militarizzati al mondo in relazione alla popolazione. In seguito alla nostra adesione alla Nato, siamo entrati in una fase di smilitarizzazione che era in sintonia con gli obiettivi e con le esigenze del patto atlantico dell’epoca. Adesso, trascorsi quindici anni dall’appartenenza piena al patto euro atlantico, in un contesto come quello odierno denso di minacce a livello geopolitico, l’imperativo per il nostro Paese è di sviluppare una stabile industria della difesa che includa le fasi di ricerca, progettazione, produzione seriale di munizioni, equipaggiamenti e tecnologie militari. Una necessità dettata da obiettivi sia di carattere preventivo, sia di valore economico più generale, poiché è universalmente risaputo che la crescita della ricerca e della produzione in ambito militare ha poi effetti benefici negli ambiti e nei settori delle applicazioni civili”.
Il ministro del Governo Rama ha evidenziato inoltre che una tale strategia manifatturiera avrà conseguenze favorevoli sulle entrate del bilancio dello Stato, sulla creazione di opportunità di lavoro qualificato in campo industriale, sul rafforzamento del posizionamento strategico geografico dell’Albania nella regione balcanica e nell’area euro mediterranea.
Secondo l’onorevole Peleshi, può dirsi oramai archiviata l’epoca dei terreni demaniali a un euro a fronte di promesse di investimenti industriali che spesso, prima del 2013, tendevano a non realizzarsi: “Siamo entrati in una nuova fase, quella dello Stato albanese come partner di investitori pubblici e privati non soltanto locali ma altresì internazionali, con la possibilità di conferire, per il tramite della costituenda società Kayo, terreni, beni immobili e partecipazioni azionarie al fine di facilitare l’attuazione dei progetti aziendali”.
Nella medesima ottica, che include altresì il capitolo relativo alla costruzione di una base Nato nel futuro porto industriale e doganale di porto Romano a Durazzo, il ministro Peleshi ha ricordato con legittimo orgoglio l’iniziativa del governo Albanese nella sottoscrizione dell’accordo con i governi amici di Italia (rappresentata dal ministro del governo Meloni on. Guido Crosetto), Macedonia del nord e Bulgaria per la creazione di un corridoio fra Adriatico e Mar Nero funzionale alle attività di libera circolazione, esercitazione e addestramento.
Dir politico Alessandro Zorgniotti





