POLITICHE 2025 IN ALBANIA, IL PRESIDENTE BEGAJ PROMULGA LA RIFORMA ELETTORALE BIPARTISAN

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Il Presidente della Repubblica, Bajram Begaj, ha ratificato le nuove modifiche al codice elettorale, sancendone l’entrata in vigore nella prospettiva delle consultazioni politiche per il rinnovo del Parlamento indetto nella primavera del prossimo anno

Il Capo dello Stato ha annunciato, a inizio settimana, la legge n. 81/2024, recante “Alcune integrazioni e modifiche alla legge del 29 dicembre 2008, Codice Elettorale della Repubblica d’Albania e successive modifiche e integrazioni”.

“Questa legge, che ha ricevuto un ampio sostegno parlamentare, è il risultato del dibattito e dell’accordo tra la maggioranza e l’opposizione per l’attuazione delle decisioni della Corte Costituzionale, che aveva abolito alcune disposizioni del previgente Codice elettorale. La cooperazione parlamentare, così come la responsabilità e il rispetto del principio di costituzionalità e dello Stato di diritto, sono valori politici e giuridici alla base di un reale sistema democratico, che meritano di essere coltivati e moltiplicati nella pratica istituzionale albanese”, si legge in un comunicato divulgato dalla Presidenza della Repubblica.

L’onorevole Begaj qualifica il voto della diaspora, residente all’estero, come uno sviluppo storico per le elezioni in Albania, e lancia un appello alle istituzioni responsabili affinché il voto oltre frontiera venga implementato nelle prossime elezioni parlamentari.

“Tra le altre innovazioni, questa legge stabilisce il quadro per il voto esprimibile dall’estero, il che rappresenta uno sviluppo storico per le elezioni in Albania. Il Presidente della Repubblica sostiene e incoraggia le istituzioni competenti ad attribuire assoluta priorità alle misure e ai preparativi per l’attuazione del voto della diaspora nelle prossime elezioni parlamentari e a trasformare questa procedura in un completo successo”, si legge ancora nel comunicato.

L’onorevole Begaj interviene inoltre nel dibattito relativo al rapporto fra voto di preferenza, collegato al principio delle liste aperte, e voto di lista, intrinseco al dibattuto tema degli elenchi chiusi e bloccati di candidati al Parlamento.

“Il dibattito sul contenuto delle disposizioni particolari di questa legge è stato seguito da vicino da me personalmente. La legge è stata esaminata anche alla luce di questa discussione. La critica al meccanismo giuridico del voto di preferenza parte dall’obiettivo legittimo di democratizzare maggiormente il processo elettivo”, afferma Begaj: “L’esistenza di due formule alternative che regolano l’elezione delle parlamentari, è definita dal comma 3 dell’articolo 64 della nostra Costituzione. La disposizione di tale articolo ha superato il test di costituzionalità con la decisione n. 28 del 2021 della Corte Costituzionale, che per questo motivo non ha riscontrato una violazione dell’uguaglianza davanti alla legge. Non ho pertanto il diritto di prendere posizione sulle visioni e sui compromessi politici e giuridici”.

Per quanto riguarda l’eliminazione del precedente, Begaj sottolinea che “le modifiche si basano sulla decisione della Corte costituzionale. Non vi è spazio per discutere sulla costituzionalità di un criterio stabilito dalla stessa Costituzione. Deve essere inoltre tenuto presente che la riforma bipartisan apportata al Codice per le elezioni ammette e soddisfa l’altro criterio fondamentale della parità di genere nell’accesso fra uomo e donna all’incarico di parlamentare”.