FOCUS – Quanto è sostenibile la vita degli Italiani?

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Parole come riscaldamento globale e crisi climatica sono all’ordine del giorno, gli italiani le sentono pronunciare in televisione e le leggono sui giornali

Lo vediamo nella nascita di brand sempre più incentrati su materie prime sostenibili, sull’impegno al riuso delle case di moda, lo sentiamo persino nei discorsi degli influencer che si stanno progressivamente spostando dalla fast fashion al second hand, dal fast food all’alimentazione vegetale.

Qualcosa si sta muovendo, è innegabile. Ma nelle case, sui posti di lavoro quali sono le scelte per quanto riguarda i mezzi di trasporto? E qual è l’andamento negli ultimi anni? Ecco come si è chiuso il 2023 e cosa dobbiamo aspettarci dal 2024.

Il vocabolario della sostenibilità

Solo il 60% del campione di intervistati dal 9° Osservatorio Nazionale sullo stile di vita Sostenibile di LifeGate a Roma e il 67% di quelli a Milano dichiarano che gli è già capitato di sentire l’espressione “mobilità sostenibile”, a fronte di altre come “Riscaldamento globale” (85% Roma, 83% Milano), ” Energia rinnovabile” (79% Roma, 80% Milano), “Crisi climatica” (81% Roma, 82% Milano).
45% è l’indice che sintetizza l’alfabetizzazione sulla sostenibilità negli anni sulla base del campione totale nel 2023 (9° Osservatorio Nazionale sullo stile di vita Sostenibile-LifeGate. Base casi: IT 1.100, RM 500, MI 500, GenZ 85) e si è di poco spostato dal 2020 che segnava 46%.

Mobilità sostenibile è dunque un concetto meno conosciuto di altri in tema di sostenibilità. E’ quanto emerge dal 9° Osservatorio Nazionale sullo stile di vita Sostenibile promosso da LifeGate e realizzato con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di Connect4Climate, della Regione Lombardia, del Comune di Milano, di Assolombarda e di Confcommercio, nell’ambito della mobilità e delle smart cities.

L’atteggiamento del 72% degli italiani, di cui 77% della Gen Z, è incentivare l’acquisto di autoveicoli elettrici. Il problema però è che solo il 9% della popolazione utilizza un’auto elettrica. Uno infatti dei limiti riscontrati è il costo di queste alternative e solo il 19% ha dichiarato che acquisterebbe un’auto elettrica o ibrida anche se costasse di più.

A partire dal 2035, tutte le nuove auto e i van destinati al mercato europeo dovranno avere emissioni zero, in conformità alle direttive europee che puntano a rendere il settore dei trasporti completamente sostenibile entro il 2050.

Per il 41% delle persone intervistate dall’Osservatorio, nel prossimo futuro le case automobilistiche saranno in difficoltà ad adattare le produzioni e il prezzo di mercato delle nuove auto aumenterà. In realtà, se si considera il totale delle spese, un autoveicolo elettrico risulta già più redditizio in quanto i prezzi dell’elettricità sono attualmente più bassi di quelli della benzina e la manutenzione richiesta è inferiore.

Per Il 20% delle persone lo stato dovrebbe investire rapidamente nella creazione di sistemi di ricarica capillari. Difficilmente, però, il dibattito mediatico si sofferma su ciò che realmente fa la differenza, cioè il rapporto tra auto elettriche o ibride plug in e colonnine: in Italia sono rispettivamente 244mila e 25mila. A conti fatti, dunque, un italiano ha a disposizione più servizi rispetto a un francese o a uno svedese. (9° Osservatorio Nazionale sullo stile di vita Sostenibile-LifeGate).

Nonostante la mobilità sostenibile debba ancora entrare nelle case della maggior parte della popolazione, sono certamente in crescita i mezzi pubblici ecologici nelle grandi città. Questi ultimi rappresentano un’alternativa da considerare per un minor impatto ambientale a un costo accessibile ai più.

FONTE: VIVERE SOSTENIBILE LAZIO