Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
C’è il ricordo dei circa 220 mila morti di ieri, vittime di una delle più gravi tragedie dell’umanità, la bomba atomica sganciata su Hiroshima e Nagasaki, e c’è il dolore per le centinaia di migliaia di morti di oggi, sparpagliati nei pezzi di questa “terza guerra mondiale” che si combatte in diverse latitudini. Le parole di Francesco all’Angelus di questa domenica, 11 agosto, sono brevi ma intrise di dolore.
L’anniversario di una tragedia
Affacciato dalla finestra del Palazzo Apostolico, il Papa, dopo la catechesi e la preghiera mariana, ricorda anzitutto l’anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto 1945), le due città giapponesi che ebbe modo di visitare nel novembre 2019 in occasione del viaggio apostolico nel Paese del Sol Levante. Una tappa di quella visita fu proprio al Memoriale della Pace di Hiroshima con il saluto anche ad alcuni sopravvissuti; un momento che lasciò al Papa una “profonda impressione”, come egli stesso ha avuto modo di affermare pubblicamente. L’anniversario della tragedia di quasi ottant’anni fa dà occasione oggi al Vescovo di Roma di elevare a Dio una preghiera per le vittime di ogni guerra. In ogni luogo e in ogni tempo.



