KOSOVO AL VOTO IL 9 FEBBRAIO FRA LE TENSIONI EURO ATLANTICHE

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I cittadini dello Stato del Kosovo si rivolgeranno alle urne per eleggere il nuovo Parlamento e Governo il 9 febbraio del prossimo anno. La Presidente della Repubblica onorevole Vjosa Osmani ha decretato nello scorso venerdì la data delle consultazioni parlamentari dopo avere audi i diversi partiti politici di maggioranza e di opposizione

Le elezioni così convocate saranno le prime a svolgersi in Kosovo, dall’Indipendenza autoproclamata nel 2008, con un Esecutivo, quello guidato dall’onorevole Albin Kurti, che ha concluso il proprio mandato quadriennale iniziato in piena era Covid. Le forze politiche dell’opposizione, variamente ascrivibili all’area del centrodestra, chiedevano da tempo lo svolgimento di elezioni parlamentari anticipate a causa della situazione sia interna che internazionale del Paese, ma la prospettiva di uno scioglimento anzitempo dell’assemblea legislativa nazionale ha trovato la sistematica contrarietà della Presidente Osmani.

La campagna elettorale alle porte si annuncia e colloca in un momento difficile per le istituzioni politiche di Pristina, poiché sotto la guida dell’attuale Presidente del Consiglio Albin Kurti il Kosovo ha dovuto affrontare le sanzioni dell’Unione Europea e la crescita progressiva delle tensioni con la vicina Serbia in merito alla presunta scarsa o nulla tutela delle minoranze che afferiscono a Belgrado nella convulsa regione settentrionale del piccolo ma strategico giovane Stato albanofono.

Critiche alla gestione Kurti sono giunte addirittura dagli Stati Uniti d’America, il Paese che ha reso possibile l’indipendenza del territorio kosovaro contro le mire serbe: ultimo casus belli, in ordine di tempo, ha riguardato la disputa sul simbolico ponte di Mitrovica, nel Nord al confine con la Serbia, la cui apertura unilaterale da parte di Kurti viene vista come una minaccia da Washington e dal comando interforze della NATO che presidia il viadotto per le note ragioni storico belligeranti.

Attualmente il Kosovo è governato dal movimento populista della Autodeterminazione (Vetevendosje), che amministra il Paese “cugino” dell’Albania grazie ai voti assicurati dalla lista personale della Presidente Osmani, le cui divergenze rispetto a Kurti si sono accresciute negli ultimi mesi, a causa delle continue questioni dialettiche con gli alleati euro atlantici, il cui protrarsi potrebbe rallentare il percorso di avvicinamento e di ingresso di Pristina nelle istituzioni di Bruxelles e di Washington (UE e Nato), oltre a rendere meno scorrevole il già di per sé impervio percorso di riconoscimento della sovranità statuale kosovara da parte delle Nazioni che, privilegiando le relazioni con la Serbia di Vucic, tuttora non lo hanno deliberato.