La prima tenda, simbolo di protesta contro i prezzi degli affitti alle stelle nella maggior parte delle città italiane, l’aveva piantata Ilaria Lamera a maggio del 2023 davanti al Politecnico di Milano
. Da quel giorno un vero e proprio movimento strutturato di protesta aveva preso forma, dal nord al sud della Paese. Di fronte a più di 25 atenei, gli studenti si sono accampati con le tende per portare all’attenzione del governo il problema del caro affitti, sono scesi per le strade, hanno manifestato nelle piazze per chiedere la tutela di un diritto che secondo la Costituzione dovrebbe essere loro garantito, quello allo studio.
Invece, pochi posti negli studentati e costi troppo alti per affittare una stanza dai privati stanno rendendo impossibile per sempre più studenti il trasferirsi lontano da casa per frequentare l’università. Un problema condiviso anche da tanti lavoratori fuori sede. Non solo giovani ma soprattutto, a cui lo stipendio non basta per pagare sia un alloggio in cui vivere sia le spese necessarie a una sopravvivenza dignitosa.
Ma all’ascolto e alla presa in carico di una situazione che rende peggiore la vita di migliaia di cittadini, il governo ha preferito far finta di niente. Oppure reprimere. Così quasi un anno e mezzo dopo, il problema non solo non si è risolto ma è peggiorato.
A darne l’ennesima dimostrazione è l‘ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights sull’andamento dei prezzi e della domanda delle stanze per studenti fuori sede e giovani lavoratori: singole e doppie sono sempre più care e i prezzi sono saliti in media del 7 per cento dall’anno scorso in tutto il Paese. A crescere sono anche le richieste di stanze da affittare: più 27 per cento.
Chiara Sgreccia


