“Le chiese non si toccano”, lo ha detto Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus e dopo che ha affermato: “Continuo a seguire con dolore i combattimenti continui in Ucraina e nella Federazione russa”. Il Papa ha detto di aver “timore per la libertà di chi prega” invitando a che “si lasci pregare chi vuole pregare in quella che considera la sua chiesa. Le chiese non si toccano”, ha aggiunto.
“E pensando alle norme di legge adottate di recente in Ucraina, mi sorge un timore per la libertà di chi prega, perché chi prega veramente prega sempre per tutti”. Così le parole di Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus. “Non si commette il male perché si prega. Se qualcuno commette un male contro il suo popolo sarà colpevole per questo, ma non può avere commesso il male perché ha pregato”, ha aggiunto, per poi chiosare in maniera netta: “Le chiese non si toccano”, sottolineando che si tratta di chiese “cristiane”.
Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato la controversa legge che mette al bando la Chiesa ortodossa affiliata a Mosca, secondo quanto emerge dal database giuridico ufficiale dell’Ucraina.
Il lungo e controverso divieto è giustificato da Kiev dal sostegno del Patriarcato di Mosca alla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. La decisione è stata annunciata sul sito web del parlamento il 24 agosto, mentre l’Ucraina celebrava il suo Giorno dell’Indipendenza. Zelensky ha commentato la sua firma della legge, uno dei numerosi atti legislativi contro la Russia da lui firmati il 24 agosto, durante un discorso video registrato alla nazione.
La Chiesa ortodossa ucraina (OCU) “sta oggi compiendo un passo avanti verso la liberazione dai diavoli di Mosca”, ha affermato Zelensky. Nel 2019, il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, voce principale del mondo ortodosso, ha concesso alla Chiesa Ortodossa dell’Ucraina (OCU), che è allineata con Kiev, l’indipendenza dal Patriarcato di Mosca.



