Recitare non è molto diverso da una malattia mentale: un attore non fa altro che ripartire la propria persona con altre. E’ una specie di schizofrenia”. Così il grande Vittorio Gassman, che oggi – 1 settembre – avrebbe compiuto 102 anni. Nato a Genova nel 1922, interruppe gli studi di giurisprudenza per iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica, e non ancora diplomato fece il suo esordio sul palcoscenico con “La nemica” (1943). Subito si segnala per la straordinaria presenza scenica e le doti di temperamento, doti che con il tempo gli varranno il soprannome di “mattatore“.
Successivamente si afferma come uno dei più apprezzati fra i giovani attori della scena teatrale nostrana lavorando – tra gli altri – con Guido Salvini, Luigi Squarzina e un mostro sacro come Luchino Visconti, (fino a diventare direttore unico (dalla stagione 1954-55) d’una propria compagnia: vastissimo il repertorio di questi anni, che va da “Un tram che si chiama desiderio” di Williams ai due classici di Shakespeare: “Amleto” e “Otello”. Da ricordare la sua splendida versione scenica del dramma di Pier Paolo Pasolini “Affabulazione” (1977). Degna di nota pure la sua attività televisiva: da menzionare, almeno, lo straordinario successo ottenuto nel 1959 con la trasmissione d’intrattenimento “Il mattatore”, per la regia di Daniele D’Anza.
Dal 1946 comincia invece la sua fortunata carriera nel cinema, cui si dedicherà con sempre maggior frequenza nel corso del tempo: meritano, al riguardo, d’esser citati “I soliti ignoti” (1958) e “La grande guerra” (1959) di Mario Monicelli, “Il sorpasso” (1962) e “I mostri” (1963) di Dino Risi, “L’armata Brancaleone” (1966) ancora di Monicelli, “C’eravamo tanto amati” (1974) e “La terrazza” (1980) di Ettore Scola, e “Lo zio indegno” (1989) di Franco Brusati.
Natura istrionica ma anche fortemente sensibile, l’attore confessò più volte di aver sofferto in vita malgrado gli straordinari successi di abissali depressioni. Di tale entità fu il problema che intorno a questa sua esperienza scrisse anche un libro “Memorie dal sottoscala”. Il “mattatore” si è spento il 28 Giugno 2000, a 78 anni, nella sua casa romana a causa di una crisi cardiaca.



