Pedro Sánchez vuole tassare i super ricchi (anche) per finanziare il trasporto pubblico locale. Martedì 3 settembre, inaugurando il nuovo corso politico all’Istituto Cervantes, il presidente spagnolo ha garantito che il percorso di giustizia fiscale, già intrapreso dal suo esecutivo, sarà ancora più massiccio.
“Proporremo e avvieremo nuove azioni destinate a limitare i privilegi sproporzionati di cui beneficiano certe élite nel nostro Paese”, ha dichiarato Sánchez, mettendo in luce come le disuguaglianze economiche rimangano profonde in Spagna. “Tasseremo chi ha già abbastanza soldi in banca per vivere 100 vite”, ha proseguito, sottolineando che l’obiettivo è proteggere le classi medie e lavoratrici da un sistema che, sottolinea, “continua a essere straordinariamente ingiusto”.
La tassa sui super ricchi in Spagna
La tassa sui super ricchi non è una novità per il Paese spagnolo. La decisione di colpire i patrimoni più elevati rientra in una strategia già avviata dal governo spagnolo con l’aumento, nel 2022, della tassa sui grandi patrimoni. Questa misura prevede un’imposta del 3,5% sui patrimoni superiori a 3,7 milioni di euro, e ha interessato gli anni fiscali 2022 e 2023, con la possibilità di essere estesa.
La tassa non serve solo a redistribuire la ricchezza, ma anche a finanziare investimenti strategici per il Paese.


