Nella giornata di giovedì la Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto, segnando la seconda riduzione del tasso sui depositi quest’anno, portandoli a 3,50%
La mossa, ampiamente attesa, arriva dopo un periodo di lenta crescita economica nella zona euro e di raffreddamento dell’inflazione, che ad agosto è scesa di nuovo verso l’obiettivo del 2% della Banca Centrale.
La BCE ha abbassato le sue previsioni di crescita per il 2024 allo 0,8%, in leggero calo rispetto a una precedente proiezione dello 0,9%, citando un contributo più debole della domanda interna nei prossimi trimestri.
L’attenzione del mercato non era sul taglio da 25 punti base ormai ampiamente scontato, ma se la Banca Centrale avrebbe fornito indizi su mosse future. Il Consiglio direttivo della BCE ha affermato di non impegnarsi in anticipo per un percorso di tassi particolare, ribadendo al contempo la necessità di adottare un approccio basato sui dati, di riunione in riunione.
Ora gli analisti si interrogano se la BCE possa fare una pausa di due mesi, come aveva fatto dopo il taglio di giugno, prima di ridurre i tassi di un altro quarto di punto il 12 dicembre.
Ad oggi, la probabilità di un altro taglio a ottobre si aggira al 30%, mentre quella di un taglio a dicembre al 100%.
Dopo il meeting, i mercati non si sono mossi particolarmente. La curva dei rendimenti si è appiattita ulteriormente, con il tratto a 10 anni poco mosso e quello a 2, maggiormente sensibile alle aspettative di politica monetaria, in aumento. Contestualmente, l’euro si è apprezzato sul dollaro.



