Che mondo sarebbe senza Mastella?

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Mastella e l’attitudine alla mediazione.
«Usata non solo per le trattative di governo o tra le correnti della Dc. Grazie a questa dote ho inventato la figura del superospite del Festival di Sanremo».

Che cosa c’entra lei con Sanremo?
«Amico di Arbore, di Boncompagni, di Claudio Baglioni, insomma nella Dc ero il più eclettico, l’unico che faceva avvicinare gli artisti agli appuntamenti del nostro partito. Un giorno Claudio Villa si presentò furibondo da Ciriaco De Mita per lamentarsi di Pippo Baudo, che l’aveva escluso dalla lista dei cantanti in gara.

Pippo voleva ringiovanire il parterre, Claudio non se ne faceva una ragione. De Mita, che non sapeva che pesci prendere, chiamò me: “Gestiscitela tu ché io di queste cose non ci capisco nulla”. E io chiamai Baudo, amareggiato anche perché di Villa era stato testimone di nozze. “Pippo”, gli dissi, “bisogna trovare una soluzione che accontenti tutti”».

La soluzione?
«Villa sarebbe andato a Sanremo come superospite fuori gara, oltre a due ospitate a Domenica In, condotta da Baudo. Pippo avrebbe salvato l’architrave della competizione sanremese che aveva in mente, senza Villa tra i piedi».

Sua moglie Sandra e lei, un’epopea politico-sentimentale stile Kennedy del Sannio. Il vostro segreto?
«L’anno prossimo saranno cinquant’anni dalle nozze. Lì però devo ringraziare innanzitutto la mia laurea in filosofia».

Cioè?
«Quando mi laureai in filosofia con una tesi su Gramsci, visto che ero il primo di tutti i rami della famiglia a laurearsi, la zia Leonilde, emigrata a Boston, mi regalò il biglietto aereo per andare a trovarla. Sandra, bellissima già da ragazzina, che vedevo le volte che tornava in vacanza a Ceppaloni, si era già trasferita con la sua famiglia a New York. A un certo punto di ’sta Boston, di cui un po’ m’ero stufato, mi venne l’idea. E lo chiesi a zia Leonilde, che conosceva bene la famiglia Lonardo: “Senti, ma se andassi a New York? Glielo chiedi tu se mi ospitano?”. Mi ospitarono, primi corteggiamenti; poi Sandra venne in vacanza in Italia, primo filarino; poi ancora il fidanzamento, tra mille difficoltà logistiche, perché una volta dovevi chiedere la mano alla famiglia e io ’sta benedetta famiglia non la vedevo mai perché erano sempre in America e soldi per andarci apposta non ne avevo… Più altre complicazioni perché m’ero messo a insegnare alle magistrali, sa, avvenente ero avvenente, qualche studentessa innamorata c’era, Sandra era imbufalita ma vabbé, cose così, poi è andato tutto bene».

Mai una crisi?
«Il trucco di un matrimonio così è contenere sé stessi fino a farsi violenza».

Ci faccia un esempio.
«Una sera che stavo da solo a casa nostra a Roma, squillò il telefono a Ceppaloni. Rispose Sandra e una voce anonima le disse: “Guarda che tuo marito è con un’altra donna”. Senza neanche pensarci, lei prese il fratello, salirono in macchina e corsero a Roma. Arrivati al pianerottolo di casa, al di là della porta sentirono effettivamente una voce femminile. Sandra ci pensò un secondo e poi impose al fratello di tornare indietro senza palesarsi. Se fosse entrata e mi avesse trovato con un’altra, il matrimonio sarebbe finito lì; ma sarebbe entrato in crisi anche se avesse fatto un blitz e mi avesse trovato che dormivo, ci sarei rimasto malissimo per la mancanza di fiducia».

Era davvero con un’altra donna?
«Macché, era la televisione. Dormo sempre con la televisione accesa».