Il progresso galoppa

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Essere sempre connessi significa essere esposti, in misura mai vista nella storia umana, al falso, all’assoggettamento verbale (lo stalking), alla persecuzione commerciale, al pedinamento virtuale (avete mai ricevuto quei resoconti di Google che ti certificano dove sei stato giorno per giorno, ora per ora, nell’ultimo mese?). Una condizione di vulnerabilità psicologica che, chi più chi meno, ci siamo rassegnati a sopportare, bilanciandola con i grandi vantaggi della interconnessione globale.

Dopo gli attentati israeliani a militanti e funzionari nemici, fatti esplodere a distanza nell’incredibile sequenza (si sarebbe detto, ma non si può più dire: fantascientifica) vista nei giorni scorsi, la connessione globale entra nell’epoca della vulnerabilità fisica.

Sappiamo che indossare un qualunque aggeggio ricetrasmittente, compresi quegli orologini factotum con i quali puoi pagare, parlare, monitorare i battiti cardiaci eccetera, potenzialmente può significare essere raggiungibili ovunque, in qualunque momento, da un clic disintegratore. Il whatsapp minatorio, “ti ammazzo”, mette in atto il suo progetto.

Non tutti siamo bersagli sensibili, ovviamente, ma tutti siamo bersagli possibili, e l’omicidio entra in una fase, come dire, di riproducibilità tecnica avanzatissima e a suo modo “pulitissima”: il killer è solo un hacker che ha deciso di alzare il tiro, e colpisce i corpi umani digitando a distanza anche grandissima.

La lunga e costosa programmazione richiesta nel caso delle esplosioni di questi giorni, con la manomissione dei dispositivi, è tipica degli albori di ogni nuova tecnologia. Ma tempi e modi, in breve, diventeranno più rapidi e più economici, vedrete. Il progresso galoppa.

Michele Serra