GHISOLFI: TRA AUTONOMIA E PREMIERATO, NON CI SI SCORDI DELLE PREFERENZE 

0
30

Il video editoriale del banchiere scrittore torna sulla questione, a lui cara, dell’importanza di addivenire al superamento delle liste chiuse e bloccate, vigenti a vario titolo dal 1994 e dal 2006. L’ultima elezione politica nazionale in cui i cittadini Italiani hanno potuto scegliere i propri candidati parlamentari è stata quella del 1992

Le discussioni, a valere sul capitolo delle riforme politico istituzionali, varate con legge ordinaria oppure di rango costituzionale, sono a tutt’oggi concentrate sull’applicazione delle autonomie regionali differenziate – ossia la possibilità di ottenere maggiori competenze per le regioni a statuto ordinario, finora richieste da Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria – e sulla conduzione a traguardo del premierato, cioè l’elezione popolare diretta del Capo del Governo a modifica dell’attuale sistema parlamentarista già in parte di fatto svuotato.

Non si parla più però di un’altra proposta di legge, che pur avendo carattere ordinario potrebbe avere una efficacia addirittura superiore a quella di una modifica formale della Costituzione: una norma che reintroduca il meccanismo del voto di preferenza per la scelta del candidato Deputato o Senatore per la quota di parlamentari da eleggere con metodo proporzionale.

Secondo il banchiere scrittore, la venuta meno, a fare data dal 1994, di questa possibilità, ha portato a un progressivo depauperamento del ruolo parlamentare e a un crescente astensionismo divenuto oramai strutturale a tutti i livelli istituzionali e di amministrazione e di governo.

L’ultima volta che si è votato con la preferenza è stato alle Politiche del 1992, mentre attualmente la potestà di scelta del candidato è prevista per il Parlamento europeo e per i Consigli comunali e regionali.