Da Bruxelles, la presidente della Regione Sardegna, la 5Stelle Alessandra Todde, parla piano ma spara dritto: “Evidentemente Beppe Grillo non ha letto la nostra legge regionale sulle aree idonee per le energie rinnovabili, altrimenti non avrebbe scritto quel post sulla Sardegna che vorrebbe il carbone. Da lui c’è solo un continuo antagonismo nei confronti del M5S”.
Grillo ha ironizzato sulla vostra sospensiva che ha fermato per 18 mesi tutti i nuovi impianti per le rinnovabili. Comprensibile, vista la sua storica attenzione per l’ambiente, no?
Da qui al 2030 la Regione stanzierà quasi 1 miliardo per le rinnovabili, ma quello sardo non può diventare un paesaggio industriale, con uno sfruttamento indiscriminato. Faremo la transizione verde, varando un piano energetico che non viene rinnovato da anni e arrivando a creare una società energetica regionale, per tagliare il costo delle bollette per cittadini e imprese.
Il governo ha impugnato la vostra sospensiva alla Consulta, anche perché va in contrasto con il decreto aree idonee. Se vincesse, sarebbe una sconfessione rumorosa.
La giunta precedente, quella di Solinas, era stata immobile sul tema, e in assenza di regole le multinazionali hanno fatto ciò che volevano sul territorio. La nostra sospensiva, ora superata dalla legge regionale, è stata impugnata dal governo Meloni perché ostacolava le lobby energetiche che l’esecutivo voleva proteggere: è scritto nero su bianco nelle motivazioni.
Il decreto stabiliva che la potenza energetica della Sardegna ricavata da rinnovabili dovesse essere triplicata. Norma sbagliata?
La quota dell’Italia viene stabilita dall’Europa, e la ripartizione tra le regioni avviene con una legge del 2012, il cui meccanismo di ripartizione ha assegnato alla Sardegna la quota di 6,2 GW. Non è una scelta punitiva, ma non dipende da noi. Abbiamo ancora due centrali a carbone in attività, e dobbiamo sostituire la produzione di energia da fonti fossili fortemente inquinanti.
Luca De Carolis


