BTP sugli scudi

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Prosegue il felice periodo dei Titoli di Stato italiani

La definizione della manovra finanziaria, come sempre piena di luci e ombre tra impatti momentanei e strutturali, è stata ben accolta dai mercati che, come spesso accade, premiano più la stabilità che l’innovazione.

Ed è proprio l’elemento della stabilità che sta alla base anche della positiva tornata di revisione del merito di credito da parte delle principali agenzie di rating che ha visto una conferma delle attuali metriche e in un caso (Fitch) la revisione in senso positivo dell’outlook.

A tutto questo dobbiamo aggiungere il contesto macroeconomico e di politica monetaria in Europa che vede una conferma del rallentamento in atto e la conseguente ripresa di aspettative per una politica monetaria più accomodante.

Questo contribuisce a mantenere una struttura di tassi più contenuta nonostante le pressioni al rialzo provenienti da oltre oceano.

I Titoli di Stato italiani sembrano infatti inossidabili a qualsiasi tipo di possibili intemperie; stiamo vivendo un periodo in cui emerge il valore relativo rispetto alle difficoltà strutturali dell’economia tedesca da un lato e al peggioramento delle grandezze legate al debito pubblico francese dall’altro.

Il tutto si rispecchia in uno spread che è stabile nell’intorno dei 120 bp e che è funzione di lasciti del passato (ovvero dell’elevato debito pubblico) più che delle prospettive future che continuano ad evidenziare una superiorità relativa rispetto ai principali vicini di casa europei.

La strategia migliore, in questo momento, sembra improntata al carry sulla parte mediobreve della curva, a fronte del fatto che non sono previsti importanti appuntamenti nel brevissimo termine e le elevate aspettative di nuovi tagli dei tassi da parte della Banca Centrale Europea sia nel prossimo meeting (a dicembre) che nel 2025.