LIGURIA, MARCO BUCCI GOVERNATORE GRAZIE A IMPERIA (E A SCAJOLA)

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Il nuovo Presidente della Regione, sfiduciato dalla Genova di cui è Sindaco, prevale sullo sfidante di centrosinistra Andrea Orlando per meno di 8500 voti, risultando il più votato soltanto nelle circoscrizioni provinciali di Savona e della Riviera di Ponente dove la figura politicamente egemone è quella dell’ex Ministro dei Governi Berlusconi e attuale Sindaco dal 2018 (con Bucci nella foto di apertura)

Gli sfidanti Andrea Orlando e Marco Bucci 

Sul fronte progressista, il vicesegretario nazionale dei Democratici non è riuscito a capitalizzare appieno le vicissitudini giudiziarie dell’ex Governatore Giovanni Toti, principalmente a causa degli scontri interni al campo largo e innescati dal leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte prima con Italia viva e Matteo Renzi (i cui voti, sommati a quelli personali della collega Raffaella Paita, sarebbero stati sufficienti a vincere), e poi con il suo storico mentore Beppe Grillo

Idillio finito fra Grillo e Conte

Si è assistito ad autentici paradossi della statistica elettorale: in una realtà regionale in declino da anni, e in cui l’astensionismo ha portato oltre un ligure su due a non votare (sebbene il maltempo non fosse tale da incoraggiare gite familiari fuori porta), la provincia con il più alto tasso di non partecipazione al voto, ossia Imperia, è altresì quella che ha sancito la vittoria finale dell’uscente Sindaco di Genova

Giorgia Meloni con Marco Bucci 

Meloni , Tajani e Salvini, i tre capi nazionali del centrodestra, che stanno attualmente esultando per avere evitato una sconfitta che fino a un mese fa sembrava inevitabile – e che avrebbe potuto innescare una slavina politica in attesa degli esiti delle tornate in Umbria e in Emilia Romagna che si annunciano non semplici – sono perfettamente consapevoli della circostanza che sulla vittoria ligure hanno inciso fattori del tutto estranei a giudizi sull’azione del governo nazionale. Fattori che spaziano dalle particolari condizioni personali (anche cliniche) di Marco Bucci, al peso specifico tutt’ora preponderante delle componenti civico politiche dell’era di Giovanni Toti (le due liste non di partito della coalizione Bucci hanno totalizzato più dei consensi a fratelli d’Italia), fino alla forte influenza del Sindaco Scajola nel territorio imperiese.

Bucci con il predecessore Giovanni Toti

Alla Premier Meloni va comunque riconosciuto l’intuito di avere messo l’ultima parola a favore del primo cittadino di Genova, in una fase in cui qualunque altro candidato di bandiera, per esempio l’attuale Viceministro leghista Rixi, sarebbe stato quasi certamente sconfitto dallo sfidante del centrosinistra, ancor più in una fase in cui pareva pressoché certo l’apparentamento con Italia viva di Renzi e Paita.

Renzi, Paita e Orlando in una lontana foto d’archivio del 2015

Adesso però, chiuse le urne, si riaprono i problemi mai sopiti di una comunità regionale tendenzialmente depressa, come confermato dalla bassa partecipazione ai seggi: il declino di una industria ancora troppo legata alla siderurgia e ai settori energivori, l’eccessiva anarchia di una crescita turistica non tradottasi in benefici occupazionali e reddituali diffusi per la generalità dei Liguri, le difficoltà a recarsi nei presidi sanitari pubblici a causa sia della chiusura di vari ospedali – fin dai tempi del centrosinistra di Claudio Burlando – sia delle croniche carenze viarie e infrastrutturali. Sullo sfondo, infine, restano le incognite sull’effettivo tasso di radicamento del crimine organizzato nel tessuto territoriale locale e appurato dalle diverse attività investigative e giudiziarie in corso.

Le liste d’attesa della Liguria sono lunghissime, e non riguardano soltanto la sanità.

Dir politico Alessandro Zorgniotti