Grillo è stato geniale, ma se i 5S avranno un futuro sarà Conte

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Lo scontro ormai infinito tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte ha almeno due grandi difetti: è molto noioso e ha un esito oltremodo scontato. La noia deriva da una sensazione di déjà vu e al contempo da uno scazzo – ormai più personale che politico – di cui alla stragrande maggioranza degli italiani non frega nulla. L’esito è poi prevedibilissimo, perché se Grillo è stato il passato e forse anche un po’ di presente, il futuro del Movimento 5 Stelle (ove esistente) coincide solo e soltanto con Conte. Quindi stiamo parlando del nulla.

Grillo è una delle persone più geniali e spigolose del mondo. Bravissimo ad avere torto anche quando ha ragione, nonché abilissimo a stare puntualmente sulle palle per quel carattere plasmato sul napalm, ha dalla sua una carriera straordinaria e una capacità intuitiva rara. Genio autentico della satira monologhista, il M5S non sarebbe mai nato senza di lui e Gianroberto Casaleggio. In questo senso si comprende appieno quel suo non saper farsi da parte: è tipico dei padri nobili voler dare la vita prima e la morte poi alle loro creature. E in effetti, se non ci fosse Conte, i 5 Stelle sarebbero già morti e sepolti anche per colpa di alcune decisioni scellerate di Grillo (su tutte entrare nel governo Draghi). Tra lui e Conte c’è ormai un odio pressoché assoluto, che rende impossibile ogni mediazione.

Nel video di sabato, Grillo ha però centrato almeno un punto: “Il Movimento 5 Stelle è evaporato”. Non nel senso che non esista più nulla (lo stesso Grillo ha ammesso in quel video di rintracciare ancora “l’humus” di un tempo), ma nel senso che i 5 Stelle degli albori non esistono più. Sono “evaporati” perché il tempo passa, perché tutto è “biodegradabile” (o “compostabile”, sempre per citare Grillo), perché l’Italia non è più quella di 15 anni fa e perché – quando in una legislatura hai governato con tutti, Meloni a parte – è ovvio che non puoi più giocare la carta del “puro” che combatte come Don Chisciotte la Casta birba e cattiva.

È umano e perfino politicamente logico che Grillo, che ancora rimpiange i bei tempi con Casaleggio, provi disgusto per l’attuale Movimento 5 Stelle del “Mago di Oz” (cioè Conte) e dei “22 mandati”. Sarebbe in effetti più logico e coerente (ma elettoralmente assai meno conveniente) che Conte cambiasse nome alla ormai sua creatura, essendo non più un movimento ma un partito personalistico e verticistico.

Sebbene le battaglie siano ancora quelle dei 5 Stelle degli albori (di questo va dato atto a Conte), chi vota oggi il M5S non lo fa più per una visione condivisa di Paese, ma quasi solo perché ha stima del fu “avvocato del popolo”. Ciò detto, a Grillo andrebbe ricordato – ma lo sa benissimo – che l’unica strada è andare avanti con Conte. Oltretutto, in termini prettamente tecnici, Conte vuol togliere a Grillo i soldi che lui doveva prendere per “comunicare”, e fa benissimo considerato che Grillo – da tempo – non comunica o addirittura comunica contro: perché allora pagarlo? Grillo fa video su tutti i temi dell’universo, ma non ha ancora spiegato a che titolo dovrebbe ancora percepire quei denari. Non è esatto neanche scrivere (come fanno in parecchi) che Conte “licenzi” Grillo da garante: Grillo resta garante, solo che adesso giustamente lo fa gratis (manleva a parte). Tutto cambia e tutto passa. I 5 Stelle degli albori sono morti e non torneranno. E quelli di adesso, a voler essere esigenti e pignoli, dovrebbero chiamarsi in un altro modo. Tipo – che so – “Partito Conte Italiano”, solo che poi “Pci” risulterebbe assai equivoco.

Andrea Scanzi