“Comete come te” è un brano che unisce magia natalizia e impegno sociale. Come è nata l’idea di dedicare questa canzone ai senzatetto?
Guarda, l’idea è nata quasi per caso, ma come tutte le cose belle è arrivata al momento giusto. Il Natale è quel periodo dell’anno in cui siamo tutti più sensibili, più aperti… E poi arriva Mitch, che è il mio produttore che mi dice: “Francesco, ma perché non usiamo una canzone per accendere una luce su chi il Natale magari non riesce neanche a immaginarlo?”. Ed eccoci qui: la magia del Natale si unisce alla realtà di chi vive per strada. Una cosa che dovevamo fare.
La nuova versione del brano coinvolge anche i bambini. Qual è il significato di questa scelta e quale messaggio speri che le nuove generazioni possano trarre da questo progetto?
I bambini sono il futuro, no? Ma anche il presente! Il loro coinvolgimento porta freschezza e sincerità. Quando cantano loro, lo fanno con il cuore, senza filtri. Il messaggio è semplice: “Non chiudete gli occhi davanti a chi ha bisogno. E se vedete qualcuno senza casa, pensate che potrebbe essere un amico, un vicino, un papà o una mamma”.
Il video ufficiale è stato girato nel villaggio di Natale di Brugherio, un luogo carico di simbolismo. Quanto è importante l’ambientazione nel rafforzare il messaggio della canzone?
Brugherio è stata perfetta. Dalle luci di Natale ovunque, l’atmosfera che ti abbraccia e ti fa sentire al caldo. E noi lì, su una pista del ghiaccio a raccontare la storia di chi invece quel calore lo cerca ogni giorno. L’ambientazione è importante perché il contrasto è potente. Mitch, sempre avanti con le sue intuizioni visive, ha detto: “Dobbiamo portare i senzatetto in un posto dove si percepisca cosa significa non appartenere a quel mondo, ma anche cosa si può fare per accoglierli.” E così è stato.
In un periodo storico in cui l’emergenza abitativa è una piaga sociale, quale pensi sia il ruolo della musica nel sensibilizzare il pubblico su temi così delicati?
La musica è un megafono. Se una canzone ti entra in testa, il messaggio arriva senza chiedere il permesso. La musica non risolve i problemi, ma può farti fermare un attimo e pensare: “Aspetta, ma cosa posso fare io per cambiare qualcosa?”.
Hai sottolineato il significato profondo del Natale come momento di condivisione e umanità. Come speri che il pubblico accolga questo invito a riflettere?
Io spero che lo accolgano cantando, prima di tutto! Perché il Natale è anche quello, no? Stare insieme, condividere un momento. Ma dietro le parole c’è un messaggio chiaro: guardatevi intorno e chiedetevi come potete fare la differenza, anche solo con un piccolo gesto. “Basta un po’ di musica e un sorriso per cambiare una giornata”.
Il progetto ha coinvolto anche partner come Flover Garden e Cantina Valtidone. Come è stato collaborare con realtà locali per portare avanti questo messaggio di solidarietà?
Flover Garden ci ha dato la magia del Natale con i suoi allestimenti, e Cantina Valtidone ci ha scaldato il cuore… letteralmente, con un bicchiere di vino! Ma al di là delle battute, collaborare con realtà che credono nel progetto è fondamentale. Quando ognuno fa la sua parte, il messaggio arriva più lontano. Un grazie speciale va a Mitch, che ha fatto squadra chiamando i suoi brand di fiducia per collaborare al progetto. Lui lo dice sempre: “Da soli si fa poco, ma insieme possiamo spaccare!”. E così è stato: con Flover Garden, Cantina Valtidone e tutti gli altri partner, abbiamo creato qualcosa di magico!
La nuova versione di “Comete come te” è un gesto che va oltre la musica. Qual è stato il momento più emozionante per te durante la creazione di questo progetto?
Ma allora, diciamolo chiaro nuova versione, insomma ogni Natale scongelano Mariah Carey, no? Ma perché lei sì e io no? Da adesso in poi voglio il mio turno (ride)! Ogni 8 dicembre, insieme al panettone e alla tombola, si scongela anche “Comete come te”…Così facciamo contenti tutti, pure i pinguini! E adesso mi aspetto anche un remix, che il Natale deve anche far ballare!
Paolo Agosta il mio produttore musicale e arrangiatore è già all’opera.
Guardando al futuro, quali sono i tuoi obiettivi come artista e in che modo desideri continuare a unire musica e impegno sociale nei tuoi prossimi progetti?
Io non mi fermo mai, lo sapete, sono in movimento, sempre con un’idea nuova. Voglio continuare a fare musica che faccia pensare, ridere, riflettere. E magari portare avanti progetti televisivi che abbiano un impatto concreto, perché alla fine l’arte deve anche servire a qualcosa.



