Il rappresentante del Governo Rama, nel corso di una propria intervista all’emittente statale Rtsh (la Radio TV pubblica dell’Albania), ha ribadito che la più recente legge quadro di settore consentirà, in coerenza con gli indirizzi strategici della NATO e con le necessità della sicurezza nazionale, una ripartenza autentica della manifattura connessa alla produzione di munizioni e di uniformi, con un effetto di leva sull’economia locale e sulle entrate statali
“Il primo tassello è quello di iniziare per gradi, partendo dalla linea industriale del munizionamento – ha annunciato l’onorevole Vengu – Assieme a tale capitolo, vogliamo affrontare un altro tema che va avanti da anni e che riguarda la produzione di uniformi, sia per le Forze Armate che per la Polizia di Stato e per tutti gli Appartenenti ad Amministrazioni in uniforme della Repubblica d’Albania. Intendiamo far sì che lo Stato, attraverso la società per azioni di nuova costituzione denominata KAJO, sia un partner nel ruolo di azionista. In pratica oltre a realizzare manifattura creeremo reddito, attraverso gli investimenti e il lavoro delle imprese che potranno beneficiare di agevolazioni fiscali dopo avere accettato di essere in comproprietà con lo Stato, in conformità a una buona prassi ben nota presso i Paesi dell’alleanza Atlantica”.

Nel frattempo, e sulla base di precedenti sopralluoghi, il Governo ha provveduto a individuare i siti, facenti parte dello storico demanio militare, che saranno re-industrializzati potendo contare su una serie di infrastrutture e di capacità tecniche di base. Ciò consentirà di agire con una ragionevole celerità sui primi progetti di investimento.
“La prospettiva – ha dichiarato l’onorevole Vengu – è di avviare la stipula di accordi di co-fondazione entro il prossimo anno, in maniera che le linee produttive possano essere inaugurate con slancio subito dopo”.
In parallelo agli sviluppi manifatturieri, l’Albania punta a essere un attrattore di reclute altamente professionali, con l’obiettivo di poter disporre di un esercito di circa 10.000 soldati e ufficiali entro I prossimi due anni, rispetto agli ottomila attuali: “Negli ultimi anni, le forze armate albanesi si sono trasformate in una realtà attrattiva. Nel 2023 abbiamo avuto 275 nuove reclute attive, quest’anno se ne sono aggiunte 485, mentre finora, se facciamo riferimento ai dati preliminari delle manifestazioni di interesse per il prossimo anno, contiamo 272 persone candidate. Siamo pertanto nel possesso di tutti i parametri ideali per raggiungere l’obiettivo biennale, incoraggiato dalle politiche di strutturale miglioramento delle condizioni salariali intraprese dal nostro Governo”, ha concluso il Ministro Pirro Vengu.



