La decisione del sindaco di Roma Gualtieri di escludere Tony Effe dal concerto di Capodanno ha suscitato le critiche di Selvaggia Lucarelli, che ha commentato: «Proprio una bella idea quella di censurare il rapper al concertone.
Ora Tony Effe è ovunque sulla stampa e riceve pure la giusta solidarietà dei colleghi». Per paradosso, il direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo Carlo Conti ha chiamato il rapper romano, al secolo Nicolò Rapisarda, a gareggiare nella kermesse canora e ha annunciato che sul palco dell’Ariston «spiazzerà tutti». Quello stesso palco su cui potremmo vedere anche Selvaggia Lucarelli, visto che animerà, assieme ad Alessandro Cattelan, il Dopo Festival. Abbiamo chiesto alla giornalista e scrittrice di approfondire il motivo della sua solidarietà a Tony Effe, accusato di offendere le donne nelle sue canzoni.
Non si rischia che testi sessisti e violenti diano un messaggio sbagliato ai giovani?
«A me non interessa il messaggio, anche perché non penso che i testi dei rapper abbiano una funzione pedagogica. Sono spesso lo specchio di un’idea della donna e del mondo machista, spesso manco di una vera idea, ma di un registro adatto a quel tipo di musica. Il testo di un cantante può fare schifo e venire criticato, ma non si può dire a un cantante cosa può cantare e che parole può utilizzare.
C’è solo una cosa che mi fa orrore più di un cantante che canta una canzone brutta su un palco: un cantante col bavaglio».


