Fino al 16 febbraio una mostra, iniziative ed incontri su Giuseppe Penone ed un concerto del famoso compositore e pianista Ludovico Einaudi
ALBA – La Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero (https://www.fondazioneferrero.it) nasce nel 1983 come “Opera Sociale Ferrero”; dal 1991 è riconosciuta dal Ministero dell’Interno come “Fondazione” e rientra nelle Organizzazioni non lucrative di utilità sociale (O.n.l.u.s., oggi E.T.S.: persegue finalità civiche e solidaristiche).
Presieduta dalla signora Maria Franca Ferrero, la Fondazione, con sedi in Francia e Germania, concretizza un’idea del Cavaliere del Lavoro Michele Ferrero, figlio di Pietro, che nel 1946, insieme al fratello Giovanni, fondò l’industria dolciaria oggi divenuta una grande multinazionale.
Sono molte e di qualità le attività promosse negli anni, tutte sempre molto partecipate anche a motivo della loro gratuità, con mostre, concerti, dibattiti, anniversari ed eventi vari.
La prima proposta di questo 2025 appena nato è in parte un prosieguo di una iniziata nata il 26 ottobre 2024 e riguarda una mostra (fino al 16 febbraio 2025) sulla ricerca artistica di Giuseppe Penone nell’Arte Povera ed a tutela dell’Ambiente, che comprende altre tre giornate di iniziative: venerdì 10 e martedì 28 gennaio e giovedì 13 febbraio 2025.
A cura di Jonas Storsve, dal 26 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025 è aperta la mostra “Impronte di luce” su Penone; oltre cento opere e una serie ed un racconto visivo mai esposti prima in Italia. L’ingresso è gratuito nei giorni mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 19, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.
Per informazioni e prenotazioni di gruppi organizzati.
Mail: mostrapenone@arteintorino.com
C’è poi “Indistinti confini”, conversazioni su arte, architettura e musica, intorno a Giuseppe Penone, tre speciali appuntamenti curati e moderati da Cristiana Perrella che vedranno l’artista confrontarsi con grandi protagonisti della scena contemporanea ed infine un concerto straordinario di Ludovico Einaudi.
Venerdì 10 gennaio 2025, ore 18.30 – Il bosco sacro di La Tourette, dialogo con Frère Marc Chauveau; martedì 28 gennaio, ore 18.00 – L’impronta “ecologica”, dialogo con Hala Wardé e Stefano Boeri; giovedì 13 febbraio Finissage: ore 18.30 – Trecento milioni di anni, con Carolyn Christov Bakargiev; tutte e tre gli incontri vedranno gli autori confrontarsi in dialogo con Giuseppe Penone; ore 19.30 – Concerto di Ludovico Einaudi.
Ad iniziare la serie degli incontri, venerdì 10 gennaio alle ore 18.30, l’incontro Il bosco sacro di La Tourette con Giuseppe Penone e Frère Marc Chauveau. Padre domenicano e storico dell’arte, recentemente coinvolto in diversi comitati artistici dedicati alla ristrutturazione degli arredi interni a Notre-Dame di Parigi, Frère Marc Chauveau ha vissuto per vent’anni nel convento di Santa Maria de La Tourette nella regione di Lione in Francia, edificio progettato da Le Corbusier a partire dalla metà degli anni Cinquanta.
Dal 2009 Chauveau cura mostre d’arte contemporanea, invitando gli artisti, tra cui anche Giuseppe Penone nel 2022, a stabilire un dialogo tra le proprie opere e l’architettura di Le Corbusier.
La lezione di Le Corbusier e in particolare il suo Modulor sono infatti alla base della serie Impronte di luce.
Martedì 28 gennaio, sempre alle 18.00, L’impronta “ecologica” che vede la partecipazione degli architetti Hala Wardé e Stefano Boeri. Wardé è la fondatrice di HW architecture, studio di architettura che ha collaborato negli anni con diversi artisti contemporanei. In occasione della progettazione del Louvre Abu Dhabi, Wardé ha invitato Giuseppe Penone a realizzare l’installazione site-specific Germination (2017).
Stefano Boeri, architetto, urbanista, teorico dell’architettura e Presidente di Triennale Milano, ha dato vita allo studio Stefano Boeri Architetti, la cui pratica progettuale, come accade nell’opera di Giuseppe Penone, integra la natura vivente, imponendosi come un punto di riferimento per l’architettura sostenibile e lo sviluppo urbano strategico, sia in Italia che a livello internazionale
Tutto si concluderà giovedì 13 febbraio con un doppio appuntamento che saluta la mostra Impronte di luce. Alle 18.30, Giuseppe Penone dialoga con Carolyn Christov Bakargiev, nell’ambito dell’incontro Trecento milioni di anni.
Curatrice italo-americana di fama internazionale, in precedenza direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, si è recentemente occupata della curatela della grande mostra dedicata all’Arte Povera presso la Bourse de Commerce – Pinault Collection di Parigi, che racconta lo storico movimento teorizzato da Germano Celant, di cui Giuseppe Penone è uno dei più celebri esponenti.
A seguire, dalle 19.30, il palco dell’auditorium della Fondazione Ferrero ospita un concerto esclusivo del compositore e pianista italiano apprezzato in tutto il mondo Ludovico Einaudi.
Tutti gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta sulla pagina Facebook della Fondazione Ferrero e sul canale streaming del sito www.fondazioneferrero.it.
La mostra Giuseppe Penone. Impronte di luce, è un’ampia antologica dedicata al lavoro di uno dei più grandi protagonisti dell’arte contemporanea internazionale, pensata appositamente per gli spazi della Fondazione e a cura di Jonas Storsve in collaborazione con l’artista.
Oltre cento opere, dicevamo, di cui alcune presentate in Italia per la prima volta, in un racconto visivo che attraversa la ricca produzione di Giuseppe Penone (Garessio, 1947), dagli anni Sessanta fino alle più recenti sperimentazioni, individuando come filo rosso della narrazione l’elemento ricorrente dell’impronta.
Spiega l’artista: «L’impronta rivela la sezione aurea che ho nelle mani. Ad occhi chiusi il punto di contatto della mia pelle non ha confini. La mano che si appoggia alla superficie crea l’ombra che diventa luce quando si ritrae e appare il colore».
Il tema dell’impronta, che caratterizza la carriera di Penone fin dai primi lavori, diviene metafora del legame indissolubile tra uomo e natura e strumento del profondo dialogo tra l’artista e l’ambiente che lo circonda, interpretato attraverso una vasta selezione di tecniche e materiali. Dal disegno alla fotografia, dall’intaglio alla scultura e alla pittura.
L’esposizione si articola in nove sale a partire dalla fine degli anni Sessanta, e si apre con una prima sala che richiama l’idea della crescita naturale, rappresentata in opere come Alpi Marittime – Continuerà a crescere tranne che in quel punto (1968-1978) e Albero libro (2019).
Si prosegue con uno spazio dedicato a opere fotografiche tra cui Svolgere la propria pelle – 10 giugno 1970 (1970) e la serie Coincidenza di immagini (1971).
Non mancano le sperimentazioni nel campo del disegno, restituite in mostra con lavori come Sento il respiro della foresta (1968). La terza sala accoglie la serie di sculture Avvolgere la terra – il colore nelle mani (2022), che l’artista realizza prendendo tra le due mani un pezzo di argilla, azione primordiale della scultura, e ricava il calco negativo della mano.
Con il colore l’artista rileva l’impronta del gesto. Segue una serie di installazioni come Spine d’acacia – occhio (2014), in cui Penone utilizza spine d’acacia su tela per restituire impressioni visive che richiamano parti del corpo umano come gli occhi e le labbra.
Nella quinta sala prosegue il dialogo tra essere umano e natura con i lavori a matita e inchiostro come In punta di spine la sensibilità della pelle (2001) e acquerelli su carta come Pelle di foglie. Sguardo all’orizzonte da terra (2004).
La sesta e settima sala accolgono una selezione di sculture monumentali, tra cui spiccano Pensieri di foglie (2014) e Soffio (1978). L’ottava e la nona sala sono infine riservate alla serie Impronte di luce (2022), per la prima volta presentata in Italia.
Le opere, realizzate con olio su tela, rievocano nelle dimensioni e nei colori il Modulor dell’architetto francese Le Corbusier e raffigurano forme evocative del corpo umano, catturate a partire da ingrandimenti delle mani dell’artista.
Il percorso si conclude nel giardino della Fondazione Ferrero, dove il visitatore incontra le opere in bronzo Equivalenze (2016) e i Gesti vegetali (1983).
Il catalogo illustrato è edito da Skira e riunisce le immagini di tutte le opere in mostra, affiancando i saggi a firma dell’artista e del curatore, assieme ai contributi di Jean-Christophe Bailly, Olivier Cinqualbre, Carlo Ossola e Francesco Guzzetti, responsabile del coordinamento scientifico della mostra.
Giuseppe Penone nasce a Garessio nel 1947, vive e lavora a Torino, dove tiene le sue prime mostre tra il 1968 e il 1969, rivelandosi tra i protagonisti dell’Arte Povera. L’albero, “idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”, è un elemento centrale nel suo lavoro. Penone ha rappresentato l’Italia alla 52° Biennale di Venezia del 2007 e ha tenuto mostre personali in importanti istituzioni italiane ed estere, tra cui Stedelijk Museum (1980), National Gallery of Canada di Ottawa (1983), Castello di Rivoli (1991), Toyota Municipal Museum of Art (1997), Centre Georges Pompidou (2004, 2022), Château de Versailles (2013), MART di Rovereto (2016), Rijksmuseum (2016), Galleria degli Uffizi (2021), Philadelphia Museum of Art (2022), Galleria Borghese (2023).
Jonas Storsve è nato a Copenaghen nel 1956. Ha studiato storia dell’arte a Parigi, presso l’Ecole du Louvre e l’università La Sorbonne. Ha ricoperto la carica di curatore presso diverse istituzioni museali francesi, quali i Musées de la Ville de Strasbourg (1988-91) e il Musée des Beaux-Arts de Nantes (1991-95). Dal 1996 al 2006 è stato curatore presso il Cabinet d’art graphique del Musée National d’art moderne, Centre Georges Pompidou di Parigi.
Nello stesso museo, è diventato curatore capo del dipartimento di arte grafica dal 2009 al 2023.
Ha curato numerose mostre e pubblicazioni su artisti moderni e contemporanei. Nel 1991 ha organizzato, insieme a Michèle Lavallée, la prima grande antologica dedicata al lavoro su carta di Giuseppe Penone (Giuseppe Penone. L’espace de la main, Strasburgo, Ancienne Douane, 26 ottobre 1991 – 19 gennaio 1992). Più di recente, è stato il curatore, in collaborazione con Laetitia Pesenti, della mostra Giuseppe Penone. Dessins (19 ottobre 2022-6 marzo 2023) presso il Musée national d’art moderne, Centre Georges Pompidou, con la quale è stata celebrata la donazione dell’artista al museo francese di più di trecento opere su carta, realizzate nel corso di tutta la sua attività.
Fondazione Ferrero – info@fondazioneferrero.it.
Telefono: 011 5211788.
Strada di mezzo, 44, 12051 Alba (Cuneo) Italia – Via Vivaro 49 | 12051 Alba (Cn).
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Nella composizione fotografica il logo della Fondazione Ferrero e due opere di Penone
Franco Cortese Notizie in un click



